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mercoledì 27 febbraio 2013

INFERNO - CANTO 11 - analisi


CANTO XI – Analisi

-          Dante e Virgilio giungono ad un pendio roccioso da cui si scorge il cerchio più in basso
-          È per loro necessaria una sosta per abituarsi alla puzza che sale dal cerchio sottostante e per non sprecare tempo prezioso per il viaggio, Virgilio decide di spiegare a Dante la ripartizione dell’inferno, basandosi sul perché è stato fatto così » non si limita a elencare i fatti
      » espediente letterario che il poeta usa per spiegare al lettore la ripartizione dell’inferno
      » di apre una lunga digressione dottrinale con funzione didascalica e necessaria per la lettura
      » la giustizia divina si manifesta nell’inferno nella sua ripartizione ordinata e simmetrica che è
         specchio di quella sapienza che regola tutto l’universo » anche modo di spiegare è lucido, razionale
      » spiegazione che conferisce maggiore realismo al racconto, togliendolo dal novero dei sogni
      » dopo il grande canto drammatico viene cambiato in maniera decisa lo stile e l’argomento
      » tutta l’argomentazione di Virgilio a Dante conferisce al viaggio concretezza, credibilità, certezza
      » Virgilio è lo specchio del metodo della scolastica, per cui si spiega il perché dei fatti
-          Disposizione dell’Inferno fa riferimento all’opera aristotelica (l’Etica)
      » base e riferimento dell’inferno hanno il segno della morale pagana (Aristotele nasce a.C.)
      » morale pagana è propria dell’uomo secondo natura, al suo vertice sta la giustizia
      » la gerarchia con cui sono disposti i peccatori nei sette cerchi e le anime del purgatorio
         nelle sette balze della montagna corrispondono all’armonia con cui sono ideati i nove cieli
-          Peccati che si commettono all’interno della città di Dite (basso inferno) sono i più gravi
      » peccato di malizia » coinvolge la deliberazione dell’intelletto (caratteristica necessaria umana)
                                       » offendono maggiormente Dio perché coinvolgono quella natura che è
                                          propria dell’uomo e che lo avvicina di più a Dio, la ragione
                                       » ripresa dell’Etica Nicomachea di Aristotele, che Virgilio stesso cita
                                       » nella ragione è racchiusa la nobiltà e la dignità dell’uomo
      » i peccati di malizia si dividono in due grandi categorie (riferimento al testo De Officiis di Cicerone)
1.      attuata con la violenza » anche un animale può essere violento
2.      attuata con la frode » è propria dell’uomo in quanto fa uso della ragione » più grave
                                      » è più grave ancora se si inganna chi ha un legame con il peccatore
                                      » tradimento = peccato più grave di tutti perché contro chi ti ama
-          Cerchi » VII per i violenti » girone » contro il prossimo (assassini, omicidi)
                                                                   » contro le cose del prossimo (ladri, saccheggiatori)
                                                 » girone » contro se stessi (suicidi)
                                                                    » contro le proprie cose (dissipatori)
                                                 » girone » contro Dio (bestemmiatori)
                                                                    » contro le cose di Dio (sodomiti, usurai)
                 » VIII per i fraudolenti » contro chi non si fida di chi lo inganna
                 » IX per i traditori » contro chi si fida di chi lo tradisce
                                                » al fondo coloro che hanno violato il supremo dei valori: l’amore
                                                   non dovuto alla natura ma offerto per libera volontà, gratuito
                                                » questo amore è la più alta qualità dello spirito umano
                                                » dimenticano oltre che il legame naturale tra gli uomini anche
                                                   quello particolare dato dalle circostanze della vita
                                                » parentela, patria comune, ospitalità, obbligo di riconoscenza
-          Dissipatori » sono coloro che si riducono in miseria sperperando i propri beni
                         » dovrebbero essere lieti perché hanno avuto dei beni dalla sorte
                         » i beni come la vita sono di Dio, e l’uomo deve usarli non spregiarli e sprecarli
                         » stanno con i suicidi secondo la definizione di prodigo come colui che ha perduto la
                           consapevolezza di sé e delle proprie cose come un dono
-          Bestemmia » la vera bestemmia qui punita non è quella nata da un impeto d’ira
                         » ci sono due tipi » negazione di Dio
                                                      » asserire a Dio ciò che non Gli conviene
                         » bestemmia nel cuore » parte da un rifiuto interiore, da una malizia pensata
                         » bestemmia con le parole » nasce da un istinto, da un’incontinenza d’ira
-          Contro le cose di Dio
1.      natura (sodomiti = omosessuali » contro la natura dell’uomo, creato con sessi differenti)
2.      bontà di Dio che si manifesta nell’arte umana = lavoro umano (usurai)
-          Lucifero » è il centro dell’inferno, quindi della terra, quindi di tutto lì universo (sistema tolemaico)
                     » massimo dei traditori perché tradisce direttamente Dio, con cui aveva il legame massimo
-          Dante però non si accontenta della spiegazione serrata e logicissima, e domanda a Virgilio
       » inizia a spiegare il suo dubbio con la formula “Ma dimmi.” Già incontrata
       » perché alcuni peccatori non sono chiusi all’interno della città di Dite?
       » perché se tutti i peccatori sono ugualmente morti nell’ira di Dio c’è una distinzione?
       » ripresa di alcune eresie e opinione propria degli storici che tutti i peccati sono uguali davanti a Dio
       » con il rimprovero di Virgilio, in poche righe smonta tutto il loro pensiero basandosi neanche su
          testi cristiani, ma sulla concezione pagana racchiusa nell’Etica di Aristotele
-          Virgilio gli risponde citandogli le opere aristoteliche e ricordandogli la distinzione delle colpe
       » incontinenza » peccato meno grave degli altri perché opera per passione (fuori dalla città)
                                » il giudizio sul bene e sul male rimane intatto e retto, ma non viene seguito
       » malizia » in questo discorso non ha significato generico prima spiegato, ma individua i traditori
       » matta bestialità » si pensa che si riferisca ai violenti » guardiano Minotauro (simbolo di bestialità)
                                   » Dante ha riadattato l’opera di Aristotele in questo contesto diverso
-          Nei versi 91-93 dante esprime l’elogio più alto a Virgilio, fino a giungere al paradosso
       » dice che lo fa così contento quando gli risolve un dubbio che dubitare gli è gradito
       » esprime qui il piacere e la passione di conoscere la verità, del sapere » tema centrale vita di Dante
-          Dante chiede a Virgilio perché l’usura è una violenza contro le cose di Dio
      » l’usura è un peccato mortale e consiste nel trarre soldi dai soldi (è un andare contro l’opera di Dio)
      » Dio lavorando genera la natura, l’uomo imita Dio nel lavoro con il quale perfeziona la natura
      » l’uomo deve quindi lavorare nello stesso modo con cui lavora Dio » usura non è così
      » la natura prende origine direttamente dall’operato di Dio, con essa Dio fa esistere il genere umano
      » nella Fisica Aristotele spiega poi che l’arte umana imita la natura (concetto di arte come imitazio-
        ne è radicato in tutta la cultura classica » per Platone l’arte era imitazione della realtà sensibile)
      » citazione della Genesi biblica per cui l’uomo deve ricavare dalla natura il necessario per vivere e
         progredire migliorando la sua situazione » colpa dell’usura è ancora più grave
      » usuraio non lavora per vivere, inoltre vive del lavoro degli altri » disprezza la natura
      » dà particolare spazio a questo argomento perché aveva grande rilievo nella società di quel
         tempo, conferito dal grande danno pubblico di cui Dante ha molto risentito
      » usura portava alla rovina delle famiglie, delle città stesse » sempre attento all’umana convivenza
      » gli altri peccati qui puniti erano evidenti alla popolazione, l’usura invece si nascondeva
      » anche questo dubbio viene risolto con base aristotelica
-          Virgilio interrompe bruscamente il dialogo, perché è ormai ora di ripartire » connotazione temporale
      » la costellazione dei Pesci appare sull’orizzonte di Gerusalemme
      » i Pesci precedono l’Ariete, segno in cui si trova il Sole, la loro distanza è di circa due ore
      » Dante conosce in modo approfondito l’astronomia, perché direttamente collegata all’arte di Dio
      » II canto » ci dice che è sceso il crepuscolo
         VII canto » escono dal IV cerchio quando è appena passata la mezzanotte » proporzione numeri
         XI canto » si mettono in cammino verso l’VIII cerchio quando mancano due ore alle 6
      » ci indica anche l’Orsa Maggiore, che declina lentamente mentre i Pesci “guizzano” » gli dà vita
      » costellazioni hanno connotazioni di esseri viventi » nel purgatorio parla con una costellazione

martedì 26 febbraio 2013

INFERNO - CANTO 10 - analisi


CANTO X

-          Mentre camminano tra i sepolcri aperti Dante chiede a Virgilio se si possono vedere gli eretici all’interno dei sepolcri, dato che sono scoperchiati
      » la risposta è affermativa visto che rimarranno aperti fino al giorno del giudizio
-          Epicurei = eretici che sono raccolti in questa zona del cerchio e che reputano che la fine della vita (e
                         quindi dell’anima) coincida con la morte del corpo » rifiutano dimensione immortale
                     » pena » per questa credenza sono costretti a stare per l’eternità in bare infuocate, come se
                                          davvero anche le loro anime morissero per sempre (hanno ciò che reputano vero)
                            » filosofi ellenistici in competizione con gli stoici, qui coincidenti con i materialisti
                            » negano l’esistenza di Dio, il principio che regola le cose è solo meccanico, materiale
                            » teoria del piacere = occorre trarre massimo beneficio possibile dal presente fatto perché
                               uomo ha una sola vita che va goduta fino in fondo (libertà = fare ciò che si vuole)
-          Improvvisamente una voce chiama Dante da una tomba, riconoscendogli subito l’accento toscano
      » è Farinata che lo apostrofa riconoscendo per prima la patria di dante: “O Tosco”, questa è la parola
         che racchiude tutto il mondo di farinata, concentrato sulla patria, esprime eloquenza nel parlare
      » Dante ha però paura e si ritrae vicino a Virgilio, che invece lo incita a dirigersi dal dannato
      » la scena è curiosa: Virgilio gli raccomanda di pensare bene a quello che dice prima di parlare, come
         un amico prima di un colloquio importante, introduce così lo spessore del personaggio di Farinata
      » tutto di Farinata indica un carattere altezzoso, sdegnoso, come se si sentisse superiore a tutto
         (com’avesse l’inferno a gran dispitto, quasi sdegnoso) » è l’atteggiamento proprio di uomini 
         grandi d’animo e dì intelletto, e proprio per questo non avranno loro compimento eterno
      » questo comportamento verrà rimarcato più avanti nel canto in modo decisivo: la tragedia del
         personaggio di Cavalcante non lo sfiora né interessa, è impassibile e non devia il discorso iniziato
-          Farinata degli Uberti » personaggio politico più importante della Firenze del XIII secolo
                                          » capostipite dei ghibellini (cioè i guelfi neri)
                                          » alleandosi ai senesi vincono i guelfi bianchi » battaglia di Montaperti (1260)
                                          » responsabilità morale di aver condotto Firenze alla rovina
                                          » salvò Firenze dalla distruzione nel concilio di Empoli dopo la vittoria
                                          » fu l’unico ad opporsi alla distruzione, tutti gli altri erano contrari
                                          » compì però terribili vendette una volta ritornato in città
                                          » muore nel 1264, solo dopo 20 anni dalla morte viene condannato di eresia
                                          » viene già ricordato nella Commedia nel VI canto da Ciacco
-          Dialogo » all’inizio è burrascoso, come un battibecco tra intellettuali
                     » Dante appartiene alla fazione a lui nemica: i guelfi bianchi » discorso politico
                     » all’inizio ha timore del suo avversario così potente, poi gli risponde violentemente, come
                        un rinfaccio tra politici avversari (rimando alle lotte partigiane tra i cittadini nella realtà)
                     » Dante stesso si pone sullo stesso piano morale e umano di Farinata (come ha già 
                        fatto descrivendo il primo sguardo, violento tra i due nemici) » sentimento d’onore familiare
                     » si fa riferimento alle due cacciate dei guelfi da Firenze, una nel 1248 quando Federico II
                        giunse in aiuto dei ghibellini, la seconda nel 1260 dopo la battaglia di Montaperti
                     » i guelfi ritornarono, la prima volta nel 1251 dopo la morte di Federico II, la seconda dopo
                        la morte di Manfredi di Svevia a Benevento » sconfitta definitiva dei ghibellini in Italia
                     » la battaglia svolta con le parole a difesa della propria parte ha anche carattere ironico
-          Improvvisamente interrompe il loro dibattito la comparsa di una nuova ombra, a ridosso della prima
-          Cavalcante dei Cavalcanti, padre del poeta Guido Cavalcanti, primo e migliore amico di Dante
       » l’ombra non ha la forza di alzarsi in piedi, ma solo fino ai ginocchi » segno della sua minore forza
          ma anche superbia, ma ha la stessa se non maggiore intensità drammatica
       » anche lui è fiorentino » canto più espressivo della biografia di Dante » potenza del passato
       » due grandi parti della giovinezza di Dante che ora può guardare con distacco
       » nello stesso tempo Dante vuole riflettersi in questi personaggi e se ne divide
       » sottolinea che l’amico era un uomo intelligente, caratteristica che lo definisce » come con Farinata,
          gli uomini intelligenti si perdono se non riconoscono che il loro intelletto viene da un Altro
-          Guido cavalcanti
             » in realtà Cavalcante è immagine simbolica del figlio, anche lui epicureo anche se non lo ammette
       » Guido è compagno e maestro di poesia, di studi e di ideali, quando le loro strade si dividono, c’è
          un litigio che rompe l’amicizia, che ha al centro il rapporto di Dante con Beatrice
       » Guido disdegnò ciò che Dante stava scoprendo nel rapporto con Beatrice (Dio e la sua salvezza)
       » avevano due concezioni di vedere la realtà » Dante vede tutto come segno, Guido esaurisce la
          concezione della realtà in se stessa (epicureismo)
       » per Guido è inconcepibile che il rapporto amoroso possa portare non ad una perdita di sé
       » mettendo al posto suo il padre al’inferno dante ci trasmette la sua preoccupazione per la fine cui
          l’amico si troverà davanti se non si converte
-          Paragone tra Farinata e Guido Cavalcanti » tema della grandezza
       » disdegno di Farinata è fisico (nell’erigersi), Guido è morale (forse cui Guido vostro ebbe a disdegno)
       » questo atteggiamento è lo stesso che entrambi hanno nel porsi davanti alla realtà divina
       » paragone è anche tra la grandezza: Farinata fisicamente, Guido viene elevato per l’ingegno
       » tema centrale della grandezza umana, dell’apparenza (Farinata chiamato “magnanimo”)
       » Dante lascia ad ognuno quel valore umano che in vita lo distinse (come anche con Francesca)
       » questi valori umani riconosciuti anche dalla collettività non bastano però per la salvezza
-          Tema della tristezza e del dolore
       » Farinata » ha un grande rimorso per la strage della battaglia di Montaperti
                         » tormento per la sorte dei compagni ghibellini, costretti all’esilio
                         » tristezza della condizione di oscurità x cui i dannati non possono conoscere il presente
      » Cavalcante » guarda con ansia attorno a Dante, come se desse per scontata la presenza del figlio
                             » non vedendolo e interpretando male le parole di Dante lo crede morto
                             » chiede di lui piangendo, poi non ottenendo una risposta immediata si immerge di
                                nuovo del dolore della sua pena » non ascolta veramente Dante, coglie particolari
                             » specchio della sua colpa: non tiene conto di tutta la natura umana (anche immortale)
-          Dialogo tra Dante e Cavalcante
       » l’ombra gli chiede dove sia suo figlio, con figa disperata » Dante lo riconosce per la pena
       » Dante gli risponde che il suo viaggio ha come meta una persona che Guido disprezzò (Beatrice o
          Dio), per questo non è con lui, ma usa un verbo al passato remoto (“ebbe”)
       » l’ombra fraintende l’uso del passato, che si usava anche per parlare delle persone morte
       » gli chiede allora animosamente se il figlio è ancora tra i vivi ma Dante esita al rispondere
       » esita perché si stava domandando come un dannato, che può vedere il futuro, non conosca anche il
          Presente » chiederà spiegazione nel prossimo discorso con Farinata
       » Cavalcante non aspetta la risposta e si ributta all’indietro nel sepolcro » come una seconda morte
       » Guido Cavalcanti è ancora vivo (la vicenda è ambientata pochi mesi prima della sua morte)
-          Secondo dialogo con Farinata
       » contrapposizione con il “ma” tra le due figure: Cavalcante e Farinata
       » aggettivo “magnanimonon esprime una lode o un biasimo, ma indica chi sopporta con animo
          forte e incrollabile i colpi del destino » non si piega al dolore suo e degli altri
       » questo lo porta alla completa insensibilità, alla superbia e incredulità
       » esprime il suo rammarico alla scoperta che quelli della sua fazione sono ancora esiliati
       » viene rivelato il lato dolente di Farinata, che vede il suo unico scopo distrutto e fallito (la politica)
       » vera pena non è fisica, ma è la colpa stessa che rode l’atteggiamento dell’animo assunto in vita
       » la vera colpa è l’attaccamento alle cose terrene » per Cavalcante è la grandezza del figlio
                                                                                                » per Farinata è la fortuna della parte politica
       » Predizione » entro cinquanta mesi Dante affronterà anche lui le pene dell’esilio
                             » l’esilio avverrà nel 1304 » ancora effetto di reale predizione per i lettori
       » mutamento del tono in Farinata: gli chiede perché il suo popolo è stato così avverso con lui
       » il padre di Guido, nominando il “dolce mondo” ha fatto sorgere questa domanda in Farinata
       » Dante risponde evocando la commozione popolare di allora, ancora memore della strage di
          Montaperti che ebbe come protagonista lo stesso Farinata, che sarà odiato per questo a lungo
       » l’immobilità di Farinata si rompe, scuote il capo per il dolore » emerge la sua figura umana
       » gli risponde il capo ghibellino che non fu il solo ad attaccare Firenze, ma il solo a difenderla
       » Dante gli lascia la sua integrità umana, poi spiegandoli il perché della sua esitazione, gli chiede se
          i dannati possono vedere anche nel presente oltre che nel futuro (rimando a Ciacco)
       » risponde che vedono, come chi vede male (presbite) le cose lontane nel tempo, e mano mano che
          si avvicinano non hanno la capacità di riconoscerle » rimando al peccato che acceca
       » se non ci sono elementi esterni che portano loro notizie, non ne saranno mai a conoscenza
       » nel giorno del giudizio verrà chiusa loro la possibilità di vedere nel futuro, visto che non esisterà
          altro che l’eternità » pena ancora maggiore
       » Dante si preoccupa per Cavalcante, e chiede a Farinata di rassicurarlo sulla vita del figlio
       » tono di Dante smorza come in diminuendo la grande forza drammatica della scena
-          È ora di andare per Dante e Virgilio (ogni sosta ha il suo tempo limite)
      » Dante solo ora chiede chi siano i peccatori qui dannati a Farinata
      » Farinata risponde elencando » Federico II » si Svevia figlio di Enrico VI e Costanza d’Altavilla
                                                                             » letterato e poeta, fonda la scuola siciliana
                                                                             » muore nel 1250
                                                       » Cardinale » Ottaviano degli Ubaldini, arcivescovo di Bologna
                                                                           » muore nel 1275, cardinale tra il 1240 e il 1244
      » elenca solo le anime famose, poi tace e finisce bruscamente il dialogo tra i due
-          Virgilio gli chiede perché è così pensieroso
      » sa già che Dante sta ripensando alla predizione di Farinata, così gli consiglia di ricordarsene bene
         senza tormentarsi per ciò (gestualità: dito di ammonimento) » lo rimanda all’incontro con Beatrice
      » Virgilio lo chiama “smarrito”, stesso aggettivo del I canto » ha perso la facoltà razionale
      » si può dare un giudizio sulle cose solo nella luce di Dio, nell’inferno tutto appare solo sotto
         aspetto doloroso e incomprensibile
-          Lasciano camminando le mura della città di Dite e si muovono verso un avvallamento dove si apre un varco da cui proviene un odore così cattivo da essere insostenibile

domenica 24 febbraio 2013

FINE DELLA REPUBBLICA ROMANA - storia



LA CRISI DI ROMA

-          146 a.C. » alla fine delle guerre puniche assetto politico-economico di Roma cambia
                     » piccoli e medi proprietari terrieri ne escono impoveriti e decimati
                     » nobili ed equites rafforzano il loro potere e status economico e politico
                     » accaparrano appezzamenti di terra sempre maggiori e controllano gli scambi commerciali
                     » moltitudini di schiavi affluiscono dai paesi conquistati e diventano centro dell’economia
                     » dalla piccola e media proprietà contadina si passa alla grande azienda agricola incentrata
                        sulla manodopera schiavile (che viene però sfruttata fino e alla creazione di malcontenti)
-          136-132 a.C. » prima rivolta servile in Sicilia
-          104-100 a.C. » seconda rivolta servile (ancora più pericolosa » molti più a combattere per la libertà)
-          II/I sec a.C. » guerra sociale » Roma placa concedendo ai socii (alleati italici) la cittadinanza romana

MARIO e SILLA

-          Fallimento delle riforme di Tiberio e Gaio Gracchio (133 e 123-121)
       » avevano tentato di restaurare la piccola proprietà contadina con ridistribuzioni di parte dell’ager
          publicus (terreni di proprietà dello stato che venivano venduti/affittati/distribuiti in uso revocabile)
       » segno del fatto che le trasformazioni avvenute erano irreversibili
-          Apparato militare » scomparsa del cittadino-soldato che combatte per la patria
                                    » nascita del soldato di professione che combatte per il generale (con cui ha
                                       rapporto stretto di fiducia, di lealtà, di obbedienza » gli permetteva un futuro)
                                    » no esercito di popolo della città-stato, ma esercito professionale permanente
                                    » trasformazione all’origine della guerra civile e della crisi della repubblica
-          Mario » di origine plebea (detto per ciò homo novus), generale con forte influenza sui ceti popolari
                 » sa cogliere il cambiamento dell’esercito a suo favore instaurando un esercito personale
                 » durante la guerra giugurtina (112-105 a.C.) arruola schiere di nullatenenti o di coloro che
                    erano stati esclusi dalla leva militare e stabilisce forti legami con loro
                 » nominato console per cinque volte consecutive
-          Silla » esponente del ceto aristocratico e senatorio
               » nominato nell’82 a.C. dittatore a tempo indeterminato per l’impotenza del senato
               » scontro sanguinoso con Mario per il potere » violazioni della legalità repubblicana da parte
                  dei suoi stessi esponenti » segno del declino e della crisi imminente

ASCESA DI POMPEO

-          Morte di Silla » Sertorio (80-72), un ufficiale di Mario, crea in Spagna uno stato nemico di Roma
                              » nuova rivolta degli schiavi in Sicilia guidati da Spartaco (73-71), gladiatore di Cuma
                              » Sertorio e Spartaco si alleano contro Roma, ma vengono repressi nel sangue
-          Pompeo » nel 72 il giovane con le sue legioni si reca in Spagna e distrugge l’esercito di Spartaco
                     » le legioni guidate da Marco Licinio Crasso placano le rivolte in Sicilia
                     » è del ceto aristocratico senatorio, in cui il senato vedeva l’uomo giusto per il periodo duro
                     » vengono affidati a Pompeo i pieni poteri (anche grazie all’intervento di Cicerone)
                     » nel 67 a.C. sconfigge i pirati della Cilicia intralciavano i commerci nel Mediterraneo
                     » costringe Mitridate, re del Ponto alleato a Sertorio e da sempre contro Roma, al suicidio
                     » nel 63 a.C. la Siria diventa provincia romana e la saccheggia (città molto ricca)
                     » assedia Gerusalemme alla quale impone un gravoso tributo
                     » dopo aver riordinato le province dell’Asia, nel 62 ritorna a Roma con ricchezze e gloria

CONGIURA DI CATILINA

-          Roma » condizione di miseria della plebe urbana e rurale
                 » strapotere economico dell’oligarchia senatoria
                 » lotta tra schieramento dei populares contro gli optimates con numerose insurrezioni
-          Lucio Sergio Catilina » nobile impoverito che tentò due volte per via legale di farsi eleggere console
                                          » non ci riesce per il suo programma radicale (cancellazione dei debiti,
                                             estensione della cittadinanza, ridistribuzione delle terre) » lotta armata
                                          » fermato dalle truppe del nuovo console Cicerone nel 62 a.C. in Etruria
                                          » a spalleggiare Cicerone c’erano Crasso e Cesare per motivi pratici: Catilina
                                             avrebbe potuto rovesciare il potere senatorio (a loro svantaggio)
CESARE

-          Cesare » discendente dell’antica gens Iulia, nipote di Mario da parte di madre
                         » percorre tutto il cursus honorum, mettendosi da subito in luce dopo la morte di Silla
                         » nel 60 a.C. stipula il primo triumvirato con Crasso e Pompeo
                         » nel 59 a.C. ottiene il consolato, nel 58 il proconsolato nell’Illiria e nelle Gallie
                         » in sette anni di guerre sottomette tutto il territorio gallico, finisce le spedizioni nel 52 a.C.
-          Dittatura » Crasso muore nel 53 a.C. in una spedizione contro i parti
                      » Pompeo ne approfitta (Cesare non era a Roma) per gestire a suo favore il senato
                      » senato si rifiuta di rinnovare il consolato a Cesare e gli impone di cedere l’esercito
                      » Cesare varca il Rubicone e marcia su Roma nel 49 a.C.
                      » Pompeo diventa console unico (tutti i poteri nelle sue mani)
-          Guerra civile » il senato incarica Pompeo di fermare l’avanzata di Cesare
                            » inizia una cruenta guerra civile che non si combatte solo in Italia (Africa, Spagna…)
                            » vittoria definitiva di Cesare a Fàrsalo nel 48 a.C.
                            » morte di Pompeo per una congiura del re d’Egitto Tolomeo XIII
                            » sconfitta resistenza dei pompeiani a Taspo (Africa) nel 46 e a Munda (Spagna) nel 45
-          Morte di Cesare » viene assassinato con una congiura del senato nel 44 a.C.
                                 » Ottaviano, figlio adottivo di Cesare, sconfigge Antonio nel 31 a.C. ad Azio
                                 » fine definitiva della repubblica con l’instaurazione del principato