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lunedì 19 novembre 2012

PROEMIO ENEIDE - analisi


ENEIDE - PROEMIO

1    Arma virumque cano, | Troiae qui primus ab oris
      Italiam fato profugus | Laviniaque venit
      litora, | mult(um) ill(e) et | terris iactatus et alto
      vi superum, | saeve memorem | Iunonis ob iram,
5    multa quoqu(e) et | bello passus, | dum conderet urbem
      inferretque deos Latio; | genus unde Latinum
      Albanique patres | atqu(e) altae moenia Romae.
      Musa, | mihi causas memora, | quo numine laeso
      quidve dolens regina deum | tot volvere casus
10  insignem pietate virum, | tot adire labore
      impulerit. | Tantaene | animis caelestibus irae?

Accento metrico
Cesura pentemimere o semiquinaria
Cesura eftemimere o semisettenaria
Cesura semiternaria

ANALISI DEL TESTO

-          verso 1 » in un solo verso vengono unificati i due aspetti del modello omerico e quindi le
                     due prerogative di narrazione dei poemi epici
1.      cantare le gesta di un eroe (che nell’Eneide viene posta prima) » Odissea
2.      narrare di una battaglia epica (che nell’Eneide viene posta alla fine) » Iliade
                  » la battaglia svolta non è per distruggere una città (come nell’Iliade per Troia) ma
                     per fondarne una (Enea alla fine fonderà Roma)
-          versi 1-3 » proposizione relativa riferita a virum
                     » Enea è il primo ad arrivare in Italia (prima di lui arriva solo Antenore che fonda
                        Padova, ma a quel tempo il Veneto non era considerato come territorio italico
                        ma della Gallia Cisalpina)
                     » è profugus perché Enea è alla ricerca di una nuova patria, non compie come
                        Ulisse un viaggio di ritorno verso la terra natia (Itaca per Odisseo)
                     » Italiam e Lavinia litora = complementi di moto a luogo ma senza preposizione
                     » fato (dal verbo fari “dire” quindi “ciò che è detto, stabilito definitivamente”)
                        si riferisce sia a profugus che a venit
-          versi 3-5 » multum è aggettivo determinativo, indica le molte sofferenze di Enea
                     » come Ulisse, eroe che anche lui “a lungo errò” e “molti dolori patì in cuore sul mare”.
                       » alto sottintende mari
                       » superum in realtà dovrebbe essere supero rum
                       » Enea è un eroe “paziente” (non “agente” come Ulisse) » non esprime limite ma la
                          condizione umana davanti al mistero del destino, di ciò a cui ci si deve affidare
                       » in queste poche righe vengono riassunte le gesta del viaggio e della guerra
                       » saeve…iram è un chiasmo
-          versi 5-7 » dum + congiuntivo è una proposizione temporale
                     » urbem si riferisce a Lavinio che fonderà in onore della nuova moglie Lavinia
                     » deos sono i Penati di Troia che Enea salva durante la distruzione di Troia
                     » genus unde è un’anastrofe
-          versi 8-10 » invocazione alla Musa è sempre presente nei poemi epici
                       » quella invocata è Calliope, la Musa della poesia epica
                       » 7 versi di propositio + invocazione all’8° è comune anche nell’Iliade e Lucano
                       » deum è genitivo arcaico, al posto di deorum
                       » quidve introduce una proposizione interrogativa indiretta
                       » è tipica nell’epica la presenza di un ostacolo divino, qui è Giunone
                       » Enea si trova tra Giunone sfavorevole, Venere favorevole, Giove imparziale
                       » motivi per cui Giunone è nemica dei troiani
1.      Troia è stata fondata da Ilio, discendente del figlio illegittimo del marito Giove
2.      Paride, figlio di Priamo, aveva preferito Venere nella contesa della mela d’oro
3.      Enea avrebbe fondato il popolo che avrebbe distrutto Cartagine, di cui era protettrice
           » ripetizione di tot per sottolineare le sofferenza che Enea ha affrontato
           » tantaene…irae? Proposizione interrogativa diretta con sunt sottointeso
           » la domanda che Virgilio sottintende è: gli dei possono odiare gli uomini?
              Possono volere il male dell’uomo? Perché esiste il male?
           » è la prima domanda del poema, a cui si darà risposta nel corso della storia

FIGURE RETORICHE

-          Enjambement = è una figura retorica che spezza due parti di frase che compongono uno
                                 stesso sintagma per metterlo in evidenza
                              » sintagma = unità minima di significato in una proposizione
                              » verso 2:    Laviniaque venit | litora
-          Metonimia = figura retorica che consiste nel sostituire una parola con un’altra avente una
                           certa relazione con la prima e a cui rimanda. Modalità di sostituzione:
1.      l’effetto per la causa (es: guadagnarsi il pane con il sudore » con il lavoro)
2.      la causa per l’effetto (es: sento i rintocchi delle campane » le campane)
3.      l’autore per le sue opere (es: studierò il “de bello gallico” » Cesare)
4.      il contenitore per il contenuto (es: bere l’acqua nel bicchiere » un bicchiere)
5.      l’astratto per il concreto (es: confidare negli amici » nell’amicizia)
6.      il concreto per l’astratto (es: ascoltare i propri sentimenti » il proprio cuore)
                  » verso 1:    Arma virumque cano
-          Anastrofe = figura retorica che cambia l’ordine normale delle parole
                       » verso 6 :  genus unde
-          Chiasmo = figura retorica in cui si crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole
                     » verso 4 :   saeve memorem Iunonis ob iram

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