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lunedì 31 dicembre 2012

PLATONE - l'Iperuranio


L’IPERURANIO

-          Idee = sono le cause vere, di natura non fisica
              » in greco sono chiamate ιδέα (= idea) oppure εῖδος (= immagine)
              » non sono dei semplici concetti o rappresentazioni mentali ma sono entità, sostanze
              » sono ciò che il pensiero pensa, sono il vero essere, ciò che fa si che ciascuna cosa sia ciò che è
              » le idee costituiscono il “modello” (= παραδίγμα) delle cose, come deve essere ciascuna cosa
              » l’idea di santità sta nel paradigma: esprime come le cose devono essere per essere sante
-          Caratteristiche » intellegibilità (l’idea è si può cogliere solo con l’intelletto e ne è oggetto)
                              » incorporeità (è in una dimensione diversa dall’essere corporeo e sensibile)
                              » essere in senso pieno (le idee sono l’essere che veramente è)
                              » immutabilità (le idee non possono cambiare, né nascere né morire)
                              » perseità (le idee sono assolutamente oggettive, in sé e per sé)
                              » unità (le idee sono, ciascuna, un’unità)
                              » non hanno figura, colore, sono invisibili
                              » Nega l’esistenza della relatività e affermazione di una stabilità, oggettività
                              » le idee non sono manipolabili, ma si impongono al soggetto
-          Iperuranio = spazio soprasensibile, metafisico, capace di spiegare e legittimare la realtà
                        » la parola in greco significa “luogo sopra il cielo” o “sopra il cosmo fisico”
                        » richiama ad una dimensione aspaziale e atemporale, un non-luogo spirituale
                        » la realtà quindi non è la verità, ma ne è specchio, ne contiene una minima parte
                        » riprende quindi Parmenide nell’indagare il sovrasensibile
                              » il sensibile è spiegabile solo se ricondotto al sovrasensibile
-          Rapporto tra Iperuranio intellegibile e la realtà sensibile è:
  1. mimesi = imitazione (da μίμεσις)
                   » la relatà sensibile imita quella intellegibile senza eguagliarla
                   » es: la stampa di una stampa che viene più sfuocata della prima, sebbene sia simile
                   » nel divenire continuo se ne avvicina, ma corrompendosi si allontana
  1. metessi = partecipazione (da μέθεξις)
                   » il sensibile ha parte dell’intellegibile nella misura in cui realizza la propria essenza
  1. comunanza » (in greco κοινία)
                         » il sensibile ha una tangenza con l’intellegibile perché questo è causa e
                            fondamento del sensibile
                         » il sensibile infatti ricava l’essenza e conoscibilità dall’intellegibile
  1. presenza » (in greco παρουσία)
                     » l’intellegibile sta nel sensibile come la causa sta nel causato, condizione nel
                        condizionato, principio nel principato

PLATONE - la scoperta della metafisica


LA SCOPERTA DELLA METAFISICA

-          Platone intuisce pienamente per primo l’esistenza di una realtà soprasensibile, una dimensione soprafisica dell’essere (un essere quindi non fisico)
-          I naturalisti avevano cercato di spiegare i fenomeni con cause fisiche/meccaniche, mentre la causa di quello che è fisico è un essere non fisico né meccanico
-          Anassagora, sebbene avesse sentito la necessità di introdurre un’Intelligenza universale, non sfruttò questa sua intuizione, abbandonandosi alle cause fisiche tradizionali
-          Con-cause = cause di carattere fisico al servizio di quelle più alte
                        » non spiegano il vero “perché” delle cose, ma il mezzo
-          Prima navigazione = percorso della filosofia seguendo i naturalisti
                                     » è l’immagine del pensiero per cui spiegare il sensibile con il sensibile
                                     » si era rivelata portare l’uomo fuori rotta
-          Seconda navigazione = filosofia che tenta di affrancare dai sensi e dal sensibile
                                         » coinvolge uno spostamento sul piano della pura razionalità
                                         » include l’essere inteso come solamente intellegibile
                                         » in linguaggio marinaresco era quando l’assenza di vento rendeva le
                                            vele inutilizzabili, si era costretti quindi ad utilizzare i remi faticando
                                            molto con le proprie forze (valorizza la fatica = prezzo per la verità)
                                         » conduce a riconoscere due piani dell’essere
-          Idea = vera causa di tutto, è la forma pura del “Bello” in sé
              » fa sì che le cose empiriche siano belle, si realizzino in ciò che devono essere
-          Piani dell’essere » fenomenico (visibile)
                                 » intellegibile (invisibile, metafenomenico, dove consiste il vero essere)
                                 » il pensiero occidentale sarà influenzato da qui in poi dalla distinzione
                                 » la natura è la totalità delle cose che appaiono, non di quelle che sono

APORIE DI SOCRATE RIPRESE DA PLATONE


APORIE DI SOCRATE RIPRESE DA PLATONE

  1. status dell’anima: non spiega quali sono le caratteristiche e l’essenza dell’anima
       » muore con il corpo? Platone risponde che è immortale
  1. defisicizza Dio in una divina intelligenza che dà ordine alle cose, ma non le crea (toglie l’aspetto antropomorfico di Dio, come suggeriva invece la religione tradizionale greca)
       » non ha spiegato cosa significa che Dio è un’anima, un’intelligenza
       » non spiega che criteri ha questo ordine che Dio dà alle cose
  1. per Socrate il logos è accessibile solo alle persone che hanno un’anima “gravida
      » lo sforzo della ragione quindi non è per tutti ma solo per pochi eletti
      » secondo quale criterio vengono scelti? Chi feconda l’anima? Cosa la rende gravida?
      » esclude inoltre completamente tutte le donne ritenendole feconde solo nel corpo
  1. il messaggio di Socrate è vero solo per Atene, non lo universalizza
      » non aveva preoccupazioni di diffondere ovunque il suo messaggio
      » Platone invece fonda una scuola dove insegnate il suo messaggio filosofico e fa molti viaggi
  1. dualismo tra sapere e non sapere
      » il non sapere viene messo come primo passo per arrivare alla conoscenza, invece la ostacola
      » la conoscenza viene posta come presupposto per la virtù, ma viene presentata impossibile da
         raggiungere perché la conoscenza completa è divina, non umana
      » afferma quindi che l’uomo non potrà mai essere pienamente se stesso, virtuoso, perché non
         possiederà mai una piena conoscenza (l’uomo è destinato ad un vuoto)

IL MITO PER PLATONE


IL MITO

-          La filosofia nasce come affrancamento del logos dal mito, i sofisti fecero uso funzionale del mito ma Socrate condanna sia la negazione sia l’usare male il mito proponendo un procedimento dialettico
-          Platone dapprima condivide la posizione socratica, poi se ne distanzia (da Gorgia in poi lo usa costantemente)
-          Nel 1800 Hegel vide nel mito platonico un’immaturità, un’involuzione della filosofia
-          Nel 1900 la Scuola di Heidegger invece vede nel mito la più autentica espressione del messaggio platonico (il logos coglie l’essere ma non la vita, e il mito è in aiuto per spiegarla)
-          Platone rivaluta il mito perché rivaluta le tesi dell’Orfismo, con la sua tendenza mistica e la componente religiosa
-          Mito » è espressione di fede e di religiosità, una forma di fede ragionata, non di fantasia
               » il logos ha completamento nel mito, il mito nel logos
               » quando il logos arriva agli estremi delle sue possibilità, il mito supera intuitivamente
                   i limiti, il logos nello stesso tempo spoglia il mito dalla componente fantastica
               » non si deve né cancellare il mito, né preporlo al logos

“Certamente sostenere che le cose siano veramente così come io le ho esposte, non si conviene ad un uomo che abbia buon senso; ma sostenere che o questo o qualcosa di simile a questo debba accadere delle nostre anime e delle loro dimore, dal momento che è risultato che l’anima è immortale: ebbene, questo mi pare che si convenga e che metta conto di arrischiarsi a crederlo, perché il rischio è bello! E bisogna che, con queste credenze, noi facciamo l’incantesimo a noi medesimi: ed è per questo che io da un pezzo protraggo il mio mito” (citazione di Platone, dallo scritto Fedone)

PLATONE - scritti


SCRITTI
-          Ci sono pervenuti tutti i suoi scritti in maniera integra
-          Il grammatico Trasillo del I sec d.C. li ha ordinati secondo nove tetralogie (sottolineate le + imp)
1.      Eutifronte, Apologia di Socrate, Critone, Fedone
2.      Cratilo, Teeto, Sofista, Politico
3.      Parmenide, Filebo, Simposio, Fedro
4.      Alcibiade I, Alcibiade II, Ipparco, Amanti
5.      Teagide, Carmide, Lachete, Liside
6.      Eutidemo, Protagora, Gorgia, Menone
7.      Ippia maggiore, Ippoia minore, Ione, Menesseno
8.      Clitofonte, Timeo, Repubblica, Crizia
9.      Minosse, Leggi, Epimonide, Lettere
-          Tutti i problemi che derivano dall’interpretazione giusta sono chiamati “questione platonica
1.      autenticità (sono tutti scritti di Platone?)
2.      cronologia (come si è evoluto il pensiero di Platone?)


CRONOLOGIA DELLE OPERE
SCRITTI GIOVANILI
SCRITTI IN MATURITA’
SCRITTI IN VECCHIAIA
Apologia
Critone
Ione
Lachete
Liside
Carmide
Eutifronte
Eutidemo
Ippia minore
Cratilo
Ippia maggiore
Menesseno
Gorgia
Protagora
Menone
Fedone
Simposio
Repubblica
Fedro
Parmenide
Teeto
Sofista
Politico
Filebo
Timeo
Crizia
Leggi
Lettere VII-VIII

PLATONE - vita


VITA
-          Nasce ad Atene nel 428/427 a.C. e muore nel 347 a.C.
-          Il suo vero nome era Aristocle, Platone è un soprannome derivato dal suo vigore fisico (infatti πλάτος significa, in greco, “ampiezza”)
-          Il suo ideale risedeva nella vita politica (= agire per il bene della polis con una motivazione ideale)
       » coincidenza tra politica e filosofia: il filosofo è anche politico, per essere politico devi filosofare
       » la filosofia è capace di definire cos’è giusto, da cui nasce una politica utile e per il bene comune
       » l’unico modo di occuparsi di politica è fare filosofia
-          Diventa prima un discepolo dell’eracliteo Cratilo, poi di Socrate (lo frequentava non per fare della filosofia lo scopo della propria vita, ma per prepararsi con la filosofia alla politica)
-          Nel 404/403 a.C. l’aristocrazia prende il potere ad Atene con due suoi compagni (Carmide e Crizia), ma fu un’esperienza deludente per i loro metodi sfarzosi e violenti
-          Quando fu condannato a morte Socrate (399 a.C.) il disgusto per la politica fu al massimo
       » “se Atene ha condannato il suo uomo più giusto allora ha perso totalmente il senso della giustizia”
       » capisce che è necessario un suo impegno per rifondare le basi morali e politiche, di insegnare la
         giustizia a tutti (se i politici l’avessero conosciuta non avrebbero condannato Socrate)
       » dà quindi fondamento alla vita civile della polis (= la politica non è una tecnica)
       » capisce che il relativismo sofista è sbagliato, guardando la morte di Socrate
       » capisce che esiste un’oggettività, un riferimento unico, un criterio di giudizio della realtà che è
          copia del criterio originale di tutte le cose (è al di fuori della realtà ma la costituisce)
-          Dopo questa data si trasferì a Megara, ospite di Euclide per non essere perseguitato dagli anti-socratici (essendo lui un suo alunno), ma non per lungo tempo
-          Nel 388 a.C. (aveva quasi quarant’anni) si spostò in Italia per conoscere i pitagorici
-          Fu invitato a Siracusa, dal tiranno Dionigi I, a cui voleva inculcare l’ideale del re-filosofico
-          Strinse un vincolo di amicizia con Dione (parente del tiranno)
-          Si scontrò invece con il tiranno stesso e il resto della corte per i suoi ideali
-          Dionigi lo fa vendere come schiavo a Egina da un ambasciatore spartano
-          Fu riscattato da Anniceride di Cirene
-          Ritorna ad Atene e fonda l’Accademia (a cui confluirono giovani e importanti)e il Menone
-          Nel 367 a.C. si reca ancora in Sicilia, regnata dal figlio del tiranno precedente, Dionigi II
-          Con la stessa mentalità del padre, esiliò Dione, accusato di tramare contro di lui, e trattenne Platone, come prigioniero (lo rilasciò solo perché occupato in guerra, e lui tornò ad Atene)
-          Ad Atene ritrova Dione, lo convince ad accogliere un invito di Dionigi II a tornare in Italia
-          Nel 361 a.C. si reca una terza volta in Sicilia, pensando che il tiranno fosse cambiato
-          Platone invece cade in un tranello e rischia la vita (Archita e i Tarantini lo salvano)
-          Nel 357 a.C. Dione riesce a prendere il potere a Siracusa, ma per poco, fino alla sua morte nel 353)
-          Nel 360 a.C. Platone ritorna ad Atene e diresse l’Accademia fino alla morte

il tempo non è poco, se lo si spende bene - Seneca


La maggior parte dei mortali si lamenta della malignità della natura, perché siamo nati nell’esiguità del tempo, poiché queste cose scorrono con una tale velocità e rapidità di tempo che ci è stato dato, che, eccetto per pochi, la vita abbandona gli altri nell’organizzazione della vita stessa. E non soltanto la folla e il popolo non sapiente, come si pensa, si lamenta per il male comune; anche tra gli uomini famosi questo turbamento suscita lamentele. Da ciò proviene quella famosa esclamazione del più grande tra i medici: “La vita è breve, la condotta lunga.” Da qui l’opinione, che non conviene affatto ad un uomo sapiente, di Aristotele che è avverso alla natura: “Quella dell’età favorisce tanto gli animali, che vivono cinque o dieci secoli, per l’uomo nato per cose così grandi e numerose è stabilito un termine tanto limitato.” Di tempo non ne abbiamo poco, ma ne perdiamo molto. È data in larga quantità una vita sufficientemente lunga e per la realizzazione di cose più nobili, se le cose si ordinano bene; ma quando si consuma per il lusso e la trascuratezza, quando si spende per nulla di buono, sotto la spinta dell’ultima necessità, come non comprendiamo di andare non sentiamo di essere cambiati. E così non riceviamo una vita breve ma l’abbiamo resa breve, non siamo privi di tempo ma prodighi. Come le opere grandi e regali, quando arrivano ad un cattivo padrone, si rovinano in un momento e invece quelle modeste, se consegnate ad un buon custode, crescono con l’esperienza: così la nostra età concede molto a coloro che l’amministrano bene.

domenica 30 dicembre 2012

DISCORSO DI ROBESPIERRE - il periodo del terrore


Noi vogliamo sostituire nel nostro paese la morale all’egoismo, la proibità all’onore, i principi agli usi, i doveri alle comodità, l’impero della ragione alla tirannia della moda, lo sprezzo del vizio allo sprezzo della disgrazia, la fierezza all’insolenza, la grandezza d’animo alla vanità, l’amore della gloria all’amore del denaro […] un popolo magnanimo, potente, felice ad un popolo amabile, frivolo, miserabile, cioè tutte le virtù e tutti i miracoli della repubblica a tutti i vizi e a tutte le ridicolezze della monarchia.
Noi vogliamo, in una parola, compiere i voti della natura, attuare i destini dell’umanità, mantenere le promesse della filosofia, assolvere la Provvidenza dal lungo regno del delitto e della tirannia. Che la Francia, già illustre tra i paesi schiavi, eclissando la gloria di tutti i popoli liberi che sono esistiti, divenga il modello delle nazioni, il terrore degli oppressori, la consolazione degli oppressi, l’ornamento dell’universo e che suggellando l’opera nostra col nostro sangue, possiamo vedere almeno brillare l’aurora della felicità universale […]. Ecco la nostra ambizione, ecco il nostro scopo.
Che specie di governo può realizzare questi prodigi? Solo il governo democratico e repubblicano: motti sinonimi, malgrado l’abuso del linguaggio volgare […].
La democrazia è uno stato in cui il popolo, sovrano, guidato da leggi che sono opera sua, fa egli stesso tutto quello che può ben fare, e mediante delegati tutto quello che non può fare direttamente.
È dunque nei principi del governo democratico che dovete cercare le regole della vostra condotta politica.
Ma per fondare e consolidare tra noi la democrazia, per arrivare al regno pacifico delle leggi costituzionali, occorre terminare la guerra della libertà contro la tirannia, attraversare felicemente le tempeste della rivoluzione: tale è lo scopo del sistema rivoluzionario che avete organizzato. Dovete dunque regolare la vostra condotta sulle circostanze tempestose in cui si trova la repubblica, ed il piano della vostra amministrazione deve essere il risultato dello spirito rivoluzionario combinato con i principi generali della democrazia.
Ora qual è il principio fondamentale del governo democratico o popolare, cioè la molla essenziale che lo sostiene e lo fa muovere? È la virtù: parlo della virtù pubblica, che operò tanti prodigi in Grecia e a Roma e che deve produrne di ben più sorprendenti nella Francia repubblicana; e questa virtù che è null’altro che l’amore della patria e delle sue leggi!
Ma come l’essenza della repubblica o della democrazia e l’uguaglianza, l’amor di patria abbraccia necessariamente l’amore dell’uguaglianza.
Vero è che questo sentimento sublime suppone la preferenza dell’interesse pubblico a tutti gli interessi particolari, donde risulta che l’amor di patria suppone ancora e produce tutte le virtù […]. Non solamente la virtù è l’anima della democrazia, ma essa non può esistere che in questo governo […].
Poiché l’anima della repubblica è la virtù, l’eguaglianza, e il vostro scopo è di fondare e consolidare la repubblica, ne segue che la prima regola della vostra condotta politica deve essere di ricondurre tutte le vostre azioni al mantenimento dell’eguaglianza ed allo sviluppo della virtù.

DISCORSO DI ROBESPIERRE - il terrore e la virtù


Ora occorre trarre grandi conseguenze dai principi che abbiamo qui esposto.
Dato che l’anima della repubblica è la virtù, l’uguaglianza, e dato che il vostro scopo è di fondare, di consolidare la repubblica, ne consegue che la regola prima della vostra condotta politica deve essere quella di indirizzare tutte le vostre opere al mantenimento dell’uguaglianza e allo sviluppo della virtù: poiché la cura principale delle legislature deve essere quella di fortificare il principio su cui si fonda il suo potere di governo.
Cos’, tutte le cose che tendono ad eccitare l’amor di patria, a purificare i costumi, ad elevare gli spiriti, ad indirizzare le passioni del cuore umano verso interesse pubblico devono essere da voi adottate ed instaurate. Mentre tutte le cose che tendono a concentrare le passioni verso l’abiezione dell’io individuale, a risvegliare l’interesse per le piccole cause ed il disprezzo per quelle grandi, devono essere da voi respinte o represse.
Nel sistema instaurato con la rivoluzione francese tutto ciò che è immorale è impolitico, tutto ciò che è atto a corrompere è controrivoluzionario.
[…] Bisogna soffocare i nemici interni ed esterni della repubblica, oppure perire con essa. Ora, in questa situazione, la massima principale della vostra politica deve essere quella di guidare il popolo con la ragione, ed i nemici del popolo con il terrore.
Se la forza del governo popolare in tempo di pace è la virtù, la forza del governo popolare in tempo di rivoluzione è ad un tempo la virtù ed il terrore. La virtù, senza la quale il terrore è cosa funesta; il terrore, senza il quale la virtù è impotente.
Il terrore non è altro che la giustizia pronta, severa, inflessibile. Esso è dunque una emanazione della virtù. È molto meno un principio contingente, che non una conseguenza del principio generale, della democrazia applicata ai bisogni più pressanti della patria.
Si è detto da alcuni che il terrore era la forza del governo dispotico. Il vostro terrore rassomiglia dunque al dispotismo? Si, ma come la spada che brilla nelle mani degli eroi della libertà assomiglia a quella della quale sono armati gli sgherri della tirannia. Che il despota governi pure con il terrore i suoi sudditi abbruttiti. Egli ha ragione, come despota. Domate pure con il terrore i nemici della libertà: e anche voi avrete ragione, come fondatori della Repubblica.
Il governo della rivoluzione è il dispotismo della libertà contro la tirannia.

DISCORSO DI CICERONE - contro Catone


Senatori, Quiriti, ave.

La notte è scesa sulla nostra repubblica e nel buio piccoli occhi rapaci spiano le nostre mosse dai loro malvagi covi, tramano scelleratezze. Sono nemici,traditori, assassini, cospiratori, serpi che aspettano il momento opportuno per affondare il loro dente velenoso nel nostro fianco e straziare le nostre carni.
Catilina è alle porte e sta radunando schiere di aguzzini che vogliono insieme a lui distruggere, radere al suolo in un attimo ciò che noi abbiamo costruito faticosamente in tutti questi anni, minacciano i nostri focolari domestici, i nostri figli e i figli dei nostri figli, le nostre donne verranno violate, persino le vergini vestali, senza pudore e senza timore degli dei celesti.
Io sono qui, oggi, o senatori, in questo giorno di elezioni, per nominare e per proteggere allo stesso tempo Lucio Murena, mio successore, uomo retto, onesto e virtuoso eletto per il volere del popolo, che non si è macchiato di alcuna corruzione ed estorsione e di broglio elettorale. È un’accusa infondata; io stesso ho emanato una legge per sanare Roma dal male del broglio e se esso ci fosse stato, non sarei certo qui a difendere Murena.
È forse reato – e qui mi rivolgo a te, o Catone, esempio di somma virtù – andare incontro ai cittadini, invitarli a cena, dare al popolo occasioni di svago, dare il pane e i giochi del circo, il piacere?
No. Ma Catone mi incalza con durezza: egli pensa che non sia onesto conquistarsi il favore del popolo con l’esca del cibo o corrompere coi divertimenti. Catone predica una vita semplice, frugale, senza piaceri, ma ricordatevi il destino di Sparta e di Creta: maestri di quel regime di vita semplice non seppero difendere meglio dei romani, che alternano ore di fatica a ore di svago.
Roma ha bisogno di un console forte per fronteggiare la minaccia incombente di Catilina, Roma ha bisogno di un uomo che possa risollevare lo stato dalla crisi in cui sta rovinosamente versando, Roma ha bisogno di Lucio Murena. 

BARACK OBAMA


BARACK HUSSEIN OBAMA

Short biography:
• Barack Hussein Obama was born in Honolulu on Aug. 4, 1961 by American mother and a Kenyan father.
• Organizer and political activist in his community in Chicago, before getting his law degree, he worked as a lawyer in the defense of civil rights.
• Obama was elected to the Illinois Senate for three terms, from 1997 to 2004. Following the non-election to the House of Representatives in 2000, was nominated for the federal Senate in 2004, after the surprising victory of the national democratic primaries in March 2004 (out of a large group of contenders). The success in the primaries increased his visibility, and his introductory speech at the Democratic convention in July has made him one of the leading figures of the Democratic Party. He was then elected Senator of the United States in November 2004, with the largest margin in the history of Illinois.
• On February 10th 2007, he officially announced his candidacy for the 2008 presidential election. After a hard comparison he won against the ex first lady and Senator of the State of New York, Hillary Clinton  at the primary elections of the Democratic Party. On June 3rd, 2008 Obama won a quorum for the Democratic nomination, becoming the first Afro-American candidate to run for the White House for one of the two major parties.
• He won the presidential election on November 4th, 2008, beating Republican Sen. John McCain of Arizona, and officially took office as president on January 20th, 2009.
• In 2009 he was awarded with the Peace Nobel Prize "for his extraordinary efforts to strengthen international diplomacy and cooperation between peoples."
• On November 6th, 2012, he was reelected president of the United States of America, winning on the Republican candidate Mitt Romney.

Context of the speech:
Obama holds this speech in Nashua (New Hampshire) following the victory in the primaries of 2008. It is a critical moment for the United States, just plunged into an deep economic crisis from which the world is still struggling to get out.

Discourse analysis:
"Yes we can" is a reflective slogan. The fact that every syllable is stressed allows people to both stop and think, as well as the speaker to articulate it with force in order to make it memorable. The communicative power of Obama is this: he uses his great theatrical skill using plenty of gestures and a precise voice peech, emphasizing the most significant words. Another important feature of this speech is the powerful semantic expressiveness, which spin doctors often report in a frequent use of anaphora. We can therefore conclude that this passage, particularly through the slogan "Yes we can", allows Obama to represent himself as a guide and get closer to the audience fostering his political views in a work of cooperation with the people of the country.

MARTIN LUTHER KING


Martin Luther King Jr.

Main Events
·         January, 15 1929 Martin Luther King was born in Atlanta
·         January,24 1954 He becomes a religious minister of the Baptist Church in Montgomery
·         December,1 1955 Rosa Parks was arrested for not leaving her sit on the bus to a white man
·         December, 8 1955 Beginning of the 382-day boycott which finished after the abolition of the racist segregation on the buses
·         September,20 1958 He is stabbed in the chest by a mentally disturbed woman
·         August, 28 1963 Freedom Walk to Washington and King’s speech
·         December, 10 1964 He receives the Nobel Peace Prize in Oslo
·         April, 3 1968 at 18:01 Martin Luther King is murdered in Memphis

Speech Contest
The speech by Martin Luther King, known as "I Have a Dream", was held on the 28th of August 1963 in Washington, on the steps of the Lincoln Memorial in front of a crowd of 250,000 people who had gathered there to commemorate the proclamation of emancipation, written by Lincoln a century ago. It was the peak of the March on Washington organized by King to support President Kennedy, who had just presented to the Congress a measure to give equal rights to all citizens. During the speech King made ​​also some precise requests: an end to racial segregation in schools, effective law-making on the issue of civil rights, protection from police brutality for activists, a minimum wage of $ 2 per hour for all workers and an organ of self-government for Washington, DC(which at the time was governed by a committee).

Character Framework
Martin Luther King Jr., born Michael King, was a Protestant minister, political activist and American civil rights leader. Universally recognized as apostle of non-violent resistance, a hero and champion of the outcasts and the marginalized, "redeemer of the black face," Martin Luther King always exposed himself on the front lines so that in the American reality of the fifties and sixties all sorts of ethnic prejudices were demolished. He preached love, optimism and non-violent resistance as the safest alternative to passive resignation.


Stylistic Analysis
King was first and foremost a black Baptist pastor. And as such, he sets his speech. So it comes out as a strange mix of Afro-American typical musicality, Protestant religiosity and clear and rational logical argumentation. He, using one to engage the crowd, the other to move it and the last to convince it, created a masterpiece of speech. He introduces a slogan, short and sharp, almost rhythmically repeated during the speech, capable of giving the crowd something that they can easily remember: "I ​​have a dream", a dream, something that is not real, but at the same time something plausible, achievable once they are all together. He brings himself into play talking about his four little children who will one day live in a nation where they will not be judged by the colour of their skin, making it clear to everyone that he really has a dream. He talks about  the Declaration of Independence that mentions that "all men are created equal" and declares to the world that this is not true at all in America in that moment. And all this at the same time controlling and fomenting the crowd to make it ask for itself the only undeniable right of everyone: freedom.

FRANKLIN ROOSEVELT


FRANKLIN DELANO ROOSEVELT

(Hyde Park 1882 - Warm Springs 1945)
Rappresentante del partito democratico, eletto presidente nel 1932, durante la  gravissima crisi economica iniziata nel 1929 elaborò un vasto piano di intervento in ogni settore economico e sociale noto come New Deal. Riconfermato nella carica nel 1937, chiese al Congresso di approvare altri  importanti provvedimenti, tra cui il Social Security Act (1935), col quale si istituì la previdenza sociale, e il Wagner Act, che concedeva ai lavoratori nuovi diritti di contrattazione.
In politica estera fu favorevole a una politica isolazionista, sottolineata dall'approvazione del Neutrality Act (1935), per la quale fu gradualmente limitata l'interferenza negli affari interni degli stati latinoamericani e favorita la solidarietà interamericana.
Durante il terzo mandato presidenziale (1940-1945), mentre in Europa infuriava la guerra, si rese conto, con una svolta di politica estera che ne confermò la lungimiranza per la quale è considerato uno dei più grandi presidenti della storia, che il conflitto era decisivo per le sorti stesse dell'umanità e anche dello sviluppo del suo paese. Presentò allora la legge sugli affitti e prestiti (Lend-Lease Act, 1940), che avviò il sostegno decisivo alla Gran Bretagna, poi esteso all'Urss.
 Nel dicembre 1941 fu costretto dall'attacco giapponese a Pearl Harbor a decidere l'entrata in guerra, segnata dal “Joint address to Congress leading to a declaration of war against Japan”( 8 dicembre  1941) .
Nella Carta atlantica (1941) concordata con Churchill trasfuse gli obiettivi statunitensi per il dopoguerra. La strategia statunitense della riorganizzazione delle relazioni internazionali fu definita nella conferenza di Jalta (1945), ma in seguito egli fu accusato di essere stato troppo accondiscendente nei confronti di Stalin. Morì poco dopo la quarta rielezione.
Pearl Harbour - Address to the Nation       (December 8th, 1941)
Mr. Vice President, Mr. Speaker, Members of the Senate, and of the House of Representatives:
Yesterday, December 7th, 1941 -- a date which will live in infamy -- the United States of America was suddenly and deliberately attacked by naval and air forces of the Empire of Japan.

“A date which will live in infamy” : Roosvelt underlines how the Japanese attack was an unprovoked act of cowardice.

The United States was at peace with that nation and, at the solicitation of Japan, was still in conversation with its government and its emperor looking toward the maintenance of peace in the Pacific.
  
Like in other speeches of national leaders in wartime, although they tried to avoid war, they were forced to join the conflict first
                                                                                                                   
Indeed, one hour after Japanese air squadrons had commenced bombing in the American island of Oahu, the Japanese ambassador to the United States and his colleagues delivered to our Secretary of State a formal reply to a recent American message. And while this reply stated that it seemed useless to continue the existing diplomatic negotiations, it contained no threat or hint of war or of armed attack.
It will be recorded that the distance of Hawaii from Japan makes it obvious that the attack was deliberately planned many days or even weeks ago. During the intervening time, the Japanese government has deliberately sought to deceive the United States by false statements and expressions of hope for continued peace.
The attack was such an act of cowardice because diplomatic negotiations were still taking place. They were interrupted only an hour after the first strike of Pearl Harbour whereas the attack had been planned even weeks before, while the Japanese falsely expressed hopes of peace in the Pacific.

The attack yesterday on the Hawaiian island has caused severe damage to American naval and military forces. I regret to tell you that very many American lives have been lost. In addition, American ships have been reported torpedoed on the high seas between San Francisco and Honolulu.
Yesterday, the Japanese government also launched an attack against Malaya.
Last night, Japanese forces attacked Hong Kong.
Last night, Japanese forces attacked Guam.
Last night, Japanese forces attacked the Philippine Islands.
Last night, the Japanese attacked Wake Island.
And this morning, the Japanese attacked Midway Island.
Japan has, therefore, undertaken a surprise offensive extending throughout the Pacific area. The facts of yesterday and today speak for themselves. The people of the United States have already formed their opinions and well understand the implications to the very life and safety of our nation.

Roosvelt enlists all the initiatives  carried on by Japan against the USA and all the other Nations in the Pacific area right after the surprise attack, aimed underlining the enormous danger Japan now represents: he doesn’t even need to demonstrate this, “The facts of yesterday and today speak for themselves”.
As commander in chief of the Army and Navy, I have directed that all measures be taken for our defense. But always will our whole nation remember the character of the onslaught against us.
No matter how long it may take us to overcome this premeditated invasion, the American people in their righteous might will win through to absolute victory.
After having spoken about the dangers and difficulties the USA were going to get through, he wants to reassure the nation, saying that all measures for the defence have been taken and that the American People will win this war, because their might is “right”, whereas that of the opponent is “wrong”.

I believe that I interpret the will of the Congress and of the people when I assert that we will not only defend ourselves to the uttermost, but will make it very certain that this form of treachery shall never again endanger us.
Hostilities exist. There is no blinking at the fact that our people, our territory, and our interests are in grave danger.
The President believes to interpret the will of the Congress and of the people: there can’t be any division about what to do now. Everybody in the Nation is sure of one thing: the United States of America will fight until the end and won’t let another Pearl Harbour happen again. The Nation has to be unite because:  “our people, our territory, and our interests are in grave danger.”

With confidence in our armed forces, with the unbounding determination of our people, we will gain the inevitable triumph -- so help us God.
Roosvelt is sure the American people is on the right side and asks God to help them. He has confidence in the American armed forces: victory is inevitable.

I ask that the Congress declare that since the unprovoked and dastardly attack by Japan on Sunday, December 7th, 1941, a state of war has existed between the United States and the Japanese empire.

J.F.KENNEDY


J. F. KENNEDY
CRONOLOGIA
1945: (aprile) fine della II Guerra Mondiale: la Germania viene sconfitta. Nelle conferenze di Yalta e Postdam Usa Urss e GB decidono l’assetto postbellico: la Germania viene divisa. Successivamente si deciderà di dividere Berlino in quattro zone di occupazione (Berlino era all’interno della parte della Germania sotto l’influenza sovietica.
1946: 5 marzo Churchill parla di Cortina di Ferro: l’alleanza tra Occidente e Urss non esiste più. Nell’estate e nell’autunno del 1946 i Russi cercano di imporre i propri interessi in Iran e nella zona dei Dardanelli. Il presidente Truman reagisce inviando la sesta flotta americana: ad ogni azione russa gli Stati Uniti risponderanno se necessario anche con la forza (Containement).
1947: viene varato il piano Marshall
1948: i Russi bloccano tutti gli ingressi alla parte occidentale della città di Berlino. Gli americani reagiscono un grande ponte aereo per rifornire Berlino Ovest.   
1949: NATO
1956: I russi compiono un in Ungheria dopo i primi tentativi di protesta
1961: Ad Agosto viene costruito il muro di Berlino per separare la parte Ovest dalla parte Est. Il governo della Germania est voleva impedire ai suoi cittadini di fuggire a Berlino ovest dove c’era libertà e condizioni migliori di vita.
1962: Crisi dei missili a Cuba
1963: Kennedy pronuncia il discorso “Ich Bien ein Berliner”
1963: 22 novembre assassinio di Kennedy
1964-1975: guerra del Vietnam
1978: 16 ottobre viene eletto Papa Giovanni Paolo II
1979: Giugno viaggio di Giovanni Paolo II in Polonia
1980: viene eletto presidente degli USA l’ex attore di Hollywood Ronald Reagan. In Polonia nasce il sindacato di ispirazione cattolica Solidarnosc
1985: viene eletto Segretario Generale del Partito Comunista Russo Michail Gorbačëv
1987: Reagan tiene il discorso a Berlino
1989: novembre caduta del muro di Berlino
CONTESTUALIZZAZIONE STORICA
Alla fine della II Guerra Mondiale nel 1945 a Yalta e Postdam le due grandi potenze mondiali, Stati Uniti d’America e Unione Sovietica, decidono di dividersi le sfere di influenza sui Paesi europei sconfitti nel conflitto. Così l’Europa viene divisa in due da quella che Churchill definì cortina di Ferro, simbolo di questa divisione era la città di Berlino (si trovava all’interno della parte della Germania assegnata alla Russia e fu divisa in due, Berlino Ovest e Berlino est), storica capitale tedesca: a ovest gli americani, portatori dell’ideale di LIBERTÀ e di DEMOCRAZIA; a est i russi, formati nell’ideologia comunista secondo la quale un’organizzazione politica e istituzionale può dare la felicità. Scopo di questa spartizione fu inoltre la divisione della Germania, anche perché unita sarebbe stata comunque troppo pericolosa; la parte occidentale della Germania diventa quindi Repubblica Federale Tedesca, sostanzialmente sotto il controllo di americani, francesi e inglesi, la parte orientale diventa Repubblica Democratica Tedesca, sotto il pieno controllo del blocco sovietico. Nel 1948 il governo sovietico bloccò tutti gli accessi alla parte Occidentale di Berlino “causa lavori” sperando così che gli americani rinunciassero al suo controllo. Gli americani non cedettero e avviarono un ponte aereo per portare rifornimenti in città e dopo un anno l’URSS è costretta a arrendersi, sbloccando perciò una parte della città.
Le condizioni di vita a Berlino est, come in tutto il blocco sovietico non erano certo favorevoli, mancava la libertà e si viveva sotto un regime di terrore poliziesco, per questo motivo molti volevano fuggire in massa. La città di Berlino, geograficamente posta entro i confini della Germania Est, venne a sua volta divisa tra le due potenze mondiali, con la costruzione del Muro di Berlino, eretto dai sovietici nell’agosto del 1961.
È possibile capire la vicenda di Berlino solo inquadrandola in quella più complessa della guerra fredda. Già nel 1946 dal blocco sovietico iniziarono a premere sugli Stati confinanti e gli americani decisero di avviare un CONTENIMENTO, rispondendo con la forza alle loro azioni. Scoppia così la GUERRA FREDDA, con fulcro a Berlino, la quale però non venne mai combattuta militarmente: entrambi i protagonisti dello scenario, infatti, erano in possesso di un’arma potentissima, la bomba atomica. Se uno dei due avesse attaccato, l’altro avrebbe risposto e si sarebbero distrutti a vicenda; provocando il cosiddetto MAD (mutual assured destruction); si può dire che americani e russi non entrarono mai in guerra forse proprio a causa di 27000 testate nucleari.
Nel frattempo gli USA decidono di ricostruire gli stati europei sotto la loro influenza e nel 1949 nasce la NATO, un’alleanza militare legata da un accordo per il quale se uno Stato membro fosse stato attaccato tutti gli altri sarebbero intervenuti militarmente in sua difesa. I russi invece firmano il patto di Varsavia con i paesi dell’est Europa (omologa della Nato).
Tra l’8 e il 21 ottobre del 1962 si sfiora la guerra a causa della scoperta della presenza di missili a Cuba pronti ad attaccare l’America: la situazione venne risolta diplomaticamente.
Nel 1963 il nuovo presidente americano J. F. KENNEDY tiene a Berlino il famoso discorso ICH BIEN EIN BERLINER (io sono un berlinese), nel quale tocca importanti questioni a difesa della libertà di Berlino.
Nel novembre 1963 Kennedy venne assassinato a Dallas e la sua tragica scomparsa è tuttora avvolta nel mistero.
CONTESTO DEL DISCORSO
Kennedy nel 1963 visita l’Europa e si sofferma su Berlino Ovest. Qui, dopo aver visto da una posizione Berlino Est, dove vengono esibiti striscioni di protesta contro il capitalismo americano, si rivolge alla popolazione prima di tutto berlinese, quindi di tutto il mondo.
Il suo discorso tratta dei temi fondamentali:
  • Si rivolge a tutti parlando a nome del mondo libero
  • Afferma che Berlino è la dimostrazione del fallimento del comunismo.
  • Riconosce che la democrazia non ha bisogno di muri e quello a Berlino è un dramma per l’umanità.
  • Infine proclama che se solo un uomo, nel mondo, è schiavo nessuno è veramente libero: quindi, poiché una parte delle donne e degli uomini di Berlino non è libera, afferma, a nome del mondo intero, che tutti gli uomini sono berlinesi, perché tutti lottano per la libertà

ANALISI DEL TESTO
Il presidente americano cura la sua figura utilizzando come strumento anche la televisione; sa parlare in pubblico e dare enfasi ai concetti più importanti.
Le tematiche sopra riportate sono trattate in una certa modalità:
·         Fa riferimento ad importanti fatti storici collegati con la storia attuale.
·         Coinvolge la folla sia facendo pause per gli applausi sia pronunciando frasi in lingua tedesca in modo che alcuni passaggi non abbiano bisogno di essere tradotti dall’interprete.
·         Gioca su due mondi: l’America e la Russia, l’Ovest e l’Est, la libertà e il comunismo, i buoni e i cattivi
·         Invita, provoca la gente (soprattutto i comunisti): “Let them come to Berlin”
·         Usa un linguaggio comune, parla di gente comune, categorie di persone normali (famiglia, marito, moglie, fratello, sorella)