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martedì 29 ottobre 2013

CATULLI VERONENSIS LIBER

CATULLI VERONENSIS LIBER

-    Struttura
» la produzione poetica di Catullo ci è pervenuta in una raccolta di 116 carmi in un unico Liber
» in realtà sarebbero 113 perché tre componimenti sono spuri, ma la numerazione non fu cambiata
» si apre con la dedica a Cornelio Nepote in cui definisce i suoi componimenti nugae, sciocchezze
» nella sua forma attuale era diviso in tre sezioni in base a criteri metrici
1.      prima sezione (I-LX) comprende le nugae, brevi componimenti in metri della lirica monodica e giambici (soprattutto endecasillabi faleci e trimetri giambici puri, archilochei e scazonti)
      » tematiche della poesia giambica = autobiografiche, amorose, sociopolitiche, polemiche, etiche…
2.      seconda sezione (LXI-LXVIII) comprende i carmina docta, otto componimenti più estesi e di maggiore impegno letterario, di metro vario
3.      terza sezione (LXVIII-CXVI) di carmi tutti in distici elegiaci, per lo più epigrammi di breve estensione, di intonazione satirica, con le stesse tematiche trattate nella prima sezione
» punto di vista tematico » Catullo privilegia la sfera degli interessi individuali e privati
                                        » si raccoglie sentimenti ed esperienze di un personaggio-poeta che dice “io”
-    L’amore per Lesbia
» ci sono circa trenta carmi disseminati nella raccolta che trattano di questa tematica centrale
» c’è anche un breve ciclo di carmi sparsi che cantano l’amore per un giovinetto di nome Giovenzo,
   probabilmente riflesso di un’esperienza reale, alcuni vedono in ciò un omaggio alla moda alessandrina
» ricorrono motivi centrali nelle poesie per Lesbia: richiesta di baci, rimproveri per i tradimenti,
   rimostranze rivolte agli amici-rivali » si connota una storia d’amore nelle sue diverse fasi
» compaiono altri nomi di donne con accenni ad avventure erotiche occasionali
» l’identità del metro in questi carmi (tranne per due componimenti in metro saffico) può confermare
   l’ipotesi che Catullo abbia voluto indicare una storia in cui si identificano diversi momenti
» a istanti di esaltante felicità si alternano o si succedono tradimenti, abbandoni, provvisorie conciliazioni
-    Eros al centro dell’esistenza: la sostituzione dei valori
» poesia d’amore di Catullo presenta aspetti di novità rispetto alla tradizione greca che ai costumi romani
» rovesciamento della tradizionale gerarchia dei valori: pone l’eros al centro dell’esistenza, per cui vive
-    Il foedus amoroso
» aspira a trasformare la sua relazione in un legame amoroso concepito come un foedus, un patto sacro ed
   inviolabile, fondato sulla fides e garantito dalla protezione degli dei
» il patto deve essere stretto da entrambi gli amanti, liberamente, fuori dal matrimonio
» solo in un impegno reciproco vengono conciliate due componenti dell’amore che di norma si trovano
   separate dalla società contemporanea, per cui inconcepibile per la mentalità in cui vive:
1.      la passionalità erotica (caratteristica delle relazioni extraconiugali, amare)
2.      sentimento più profondo, serio e duraturo, fatto di stima e di tenero affetto, come quello che si prova
       per i familiari e gli amici (bene velle); riscontrabile nel legame coniugale
» patto d’amore rivendica insieme la dignità di un’unione coniugale in una dimensione affettiva appagante
» non rinnega ma trasporta nella sfera dell’eros i valori più sacri della tradizione etico-religiosa romana
1.      pietas = virtù propria di chi adempie scrupolosamente ai propri doveri verso gli uomini e gli dei
2.      fides = vincolo morale che obbliga al rispetto dei patti stipulati
-    Lacerazione interiore
» fallimento del suo progetto = Lesbia non è disposta a condividere e rispettare il foedus amoroso
» le reazioni di Catullo sono diverse: sdegno per il tradimento che si sfoga in violente invettive, dolore,
   amarezza, disperazione, rimpianto, illusorie speranze,  auto esortazione alla fermezza
» la conseguenza più drammatica è la scoperta di una scissione interiore delle due componenti del suo
   amore, quello passionale (amare) e la sfera affettiva (bene velle); infatti la passione sensuale divampa
   paradossalmente accompagnata dal disprezzo (carme LXXII)
» si rende conto che non può superare con le sole sue forze l’angoscia della contraddizione e così si rivolge
   agli dei per essere liberato da questo amore che identifica in un’orrenda malattia
-    Religiosità di Catullo
» anche con il suo individualismo e anticonformismo ha un radicato senso religioso dei doveri e affetti
» gli dei sono la personificazione di quei valori che considera irrinunciabili nei rapporti con gli altri
1.      fides
2.      pietas
» la sua religiosità terrena coincide con un profondo senso di giustizia
» richiede agli dei in cambio della sua devozione la pace dello spirito che non si può dare da sé
-    L’amicizia
» anche l’amicizia è un foedus con la stessa intensità affettiva, serietà, gelosia del rapporto amoroso
» rimprovera spesso chi viene meno a un preciso codice di comportamento
» gli amici che ha sono tutti accomunati da un ideale di vita e poesia elegante e raffinata
» frequentazione degli ambienti mondani, aneddoti, episodi scandalosi o divertenti, prese in giro, scherzi
   vengono rielaborati poeticamente
-    L’invettiva e la satira
» le invettive (più di metà componimenti sono di carattere aggressivo) non sono solo letterarie
» i bersagli sono svariati personaggi di cui vengono fatti emergere colpe, difetti fisici o comportamentali
   talvolta in tono giocoso ma più spesso con asprezza
» i soggetti sono antipatie personali, disgusto per volgarità, gelosia per dei rivali, sdegno vendicativo
» ci sono anche carmi diffamatori contro potenti uomini politici (Cesare, Mamurra, Pompeo)
» anche se rifiuta di coinvolgersi nella vita politica non ne è totalmente estraneo
» non prende una posizione coerente ma attacca per disgusto morale di fronte al degrado politico, ai
   favoritismi, alla corruzione » a scatenare le invettive è il desiderio di una propria indipendenza
-    Il viaggio ed i luoghi
» un ristretto gruppo di componimenti traggono ispirazione dal viaggio in oriente compiuto nel 57-56 al
   seguito di Memmio » spunto autobiografico
» l’esperienza del viaggio contiene il fascino dell’avventura, un itinerario culturale per luoghi di splendida
   tradizione artistica e letteraria del mondo greco
» la bellezza incontrata non toglie la gioia del ritorno
» nel carme CI descrive di aver colto l’occasione del viaggio per andare a visitare la tomba del fratello,

   sepolto nella Troade

CARMINA DOCTA - Catullo

CARMINA DOCTA

-    Sono otto componimenti che si distinguono per la maggiore lunghezza, situati al centro del Liber
-    Carmi LXI-LXII
» sono epitalamici = componimenti prodotti in occasione di un matrimonio
» appartengono alla lirica corale, ma quella latina è solo recitata, mentre quella greca veniva anche cantata
» sono stati composti in occasione di matrimoni di amici di Catullo
» 61 » in metri lirici, composto per le nozze di Lucio Manlio Torquato con Vivia Aurunculeia
        » descrive il corteo festoso tradizionale che si svolge di sera per cui lo sposo viene accompagnato con
           un corteo di luci dai suoi amici e la sposa viene accompagnata con un altro corteo dalle sue amiche,
           entrambi si ritrovavano a casa dello sposo per la notte delle nozze
» 62 » è in versi esametri strutturato in forma di contrasto tra i due cori, uno di ragazzi, l’altro di ragazze,
           che invocano Imeneo (divinità delle nozze) mentre si attende la sera
-    Carme LXIII
» si narra di riti esotici e crudeli » di argomento mitologico
» il giovane Attis arriva per mare in terra Frigia durante le feste notturne in onore di Cibele
» invasato da un’esaltazione religiosa si evira per consacrarsi al culto della dea
» ritornato in sé si pente ma la terribile divinità non permette che si sottragga al suo dominio
-    Carme LXIV
» è un epilio (dal greco ἐπύλιον “poemetto”, diminutivo di ἔπος) 408 esametri » argomento mitologico
» per il fatto che la poesia neoterica tende alla brevità, si genera questo genere poetico, un poema ridotto
» il carme LXIV si tratta della fusione di due epili, uno inserito nell’altro, di cui una ne è cornice
» la cornice è costituita dalla narrazione delle nozze di Peleo e Teti (genitori di Achille)
» mediante la tecnica dell’èkphrasis “digressione” nella storia principale viene inserita una secondaria per
   poi riprendere il tema principale: nell’elenco dei doni ricevuti per le nozze c’è una coperta ricamata con
   il mito di Teseo e Arianna, quindi viene raccontato il mito
» Arianna viene sedotta e poi abbandonata da Teseo sull’isola di Dia, salvata poi dall’arrivo di Bacco
» il mito è sempre di rielaborazione popolare perché vengono tramandati oralmente
» un mito viene ripreso per esprimere attraverso modelli già conosciuti un concetto proprio, anche se gli
   elementi fondamentali della storia, della trama non sono modificabili
-    Carme LXV
» è un’epistola poetica indirizzata all’amico Ortalo, un celebre oratore che aveva chiesto in dono da  
   Catullo dei versi per la morte del fratello; lui rifiuta gentilmente, perché il ricordo della morte del suo di
   fratello era troppo dolorosa per poter scrivere dei versi su questo tema
» in segno del suo affetto manda una traduzione della Chioma di Berenice di Callimaco
-    Carme LXVI
» è la traduzione della Chioma di Berenice di Callimaco, di cui apporta elementi creativi
» è in realtà una rielaborazione creativa del testo di Callimaco (IV libro degli Aitia callimachei)
» è la storia di Berenice, moglie fedele ed innamorata del sovrano d’Egitto Tolomeo III
» per propiziare il successo delle sposo partito per una spedizione militare consacra agli dei un ricciolo
   della propria chioma, che misteriosamente scompare dagli altari
» gli astronomi di corte si accorgeranno che il ricciolo è comparso nel cielo sottoforma di costellazione da
   ciò denominata Chioma di Berenice
-    Carem LXVII
» variazione dialogica in distici elegiaci sul motivo del paraklausìthyron (il “canto davanti alla porta
   chiusa”), il tipico canto dell’innamorato/a a cui il compagno ha chiusa la porta in faccia » lamento
» il poeta si rivolge alla porta della casa appartenente a Cecilio inducendola a rivelare gli scandalosi
   costumi sessuali dei suoi padroni
-    Carme LXVIII
» lettera poetica in distici elegiaci ad un amico in cui intreccia motivi autobiografici (dolore per la morte
   del fratello, rievocazione del primo incontro con Lesbia) con un racconto mitico (amore infelice  di
   Protesilao e Laodamia, il marito parte il giorno di nozze e muore a Troia) » componimento complesso

» chiama l’amico con nomi diversi Allio o Manlio, per cui o è un errore, o sono componimenti diversi

CARPE DIEM - Orazio - testo, traduzione, metrica, analisi

CARPE DIEM, CARMINA I , 11

TESTO LATINO

TRADUZIONE
Tù ne qusierìs (scìre nefàs) quèm mihi, quèm tibi
fìnem dì dederìnt, Lèuconoè, nèc Babylònios
tèmptarìs numeròs. ùt meliùs, quìdquid erìt, pati!
Sèu plùris hiemès sèu tribuìt Iùppiter ùltimam,
quaè nunc òppositìs dèbilitàt pùmicibùs mare           5
Tyrrhenùm, sapiàs, vìna liquès èt spatiò brevi
spèm longàm resecès. Dùm loquimùr, fùgerit ìnvida
aètas: càrpe dièm, quàm minimùm crèdula pòstero.
Tu non chiedere (è empio saperlo) quale fine a me, quale a te
abbiano dato gli dei, Leuconoe, e non provare i numeri
babilonesi. Come è meglio, qualunque cosa sarà, accettarla!
Sia che Giove abbia assegnato più inverni sia che abbia assegnato come ultimo questo che ora stanca il mare Tirreno opponendogli gli scogli, sii saggia, versa il vino e poiché lo spazio è breve, taglia la lunga speranza. Mentre parliamo, il tempo ostile sarà fuggito: cogli il giorno fidandoti il meno possibile del domani.

-    Metro » asclepiadei maggiori (si differenzia dagli altri asclepiadei per avere tre coriambi)
 » Orazio tende ad organizzare le parole sulla struttura metrica così da avere dei blocchi separati,
    i coriambi sono fortemente individuati in gruppi di parole in uno schema rigido, tranne verso 3
 » il secondo coriambo di ciascun verso è sempre chiuso in sé
-    Verso 1 » quaesieris è congiuntivo esortativo che al perfetto negativo sostituisce di norma l’imperativo,
                    così che l’unico imperativo è carpe, che risalta come unico e vero consiglio dell’autore
» nefas indica ciò che empio nella sfera religiosa non giuridica “sacrilego” » idea di dipendenza
   dagli dei per cui è inutile per l’uomo pensare a ciò che accadrà perché non può saperlo
-    Verso 2 » di è nominativo plurale di deus nella forma contratta (sarebbe dii)
                » dederint è un congiuntivo esortativo
» Leuconoe, il nome della ragazza a cui si rivolge Orazio, ha origini greche (leukòs “candida,
   bianca” + nùs “mente”); indica una ragazza inesperta, pura, ingenua, semplice, infatti qui crede
   negli oroscopi e nell’astronomia » i “numeri babilonesi” sono come l’oroscopo di oggi
» questa ragazza non compare in nessun’altra poesia » nome costruito per il suo significato
-    Verso 3 » temptaris è forma sincopata (salta un pezzo in mezzo) di temptaveris (congiuntivo esortativo)
» pati da patior è una vox media, “accettare”, che al negativo significa “soffrire”
-    Verso 4 » seu…seu sono subordinate che confluiscono in sapias, costruite in modo molto libero
» pluris è un accusativo plurale in –is perché è un tema in vocale (parisillabo), quindi in -i
» hiemes è femminile, un tema in consonante (imparisillabo) quindi ha accusativo plur in –es
» ultimam è predicativo di un oggetto sottinteso che è un pronome antecedente della relativa
-    Verso 5 » nunc “ora, adesso” riporta alla realtà, al carpe diem
» mare / Tirrenum è enjambement
-    Verso 6 » sapias è congiuntivo esortativo » sapiens è chi sa giudicare e valutare la realtà
» vina liques significa letteralmente “filtra il vino” perché in quel tempo doveva essere pieno di
   impurità, così era necessario versare il vino filtrandolo per un colino, rendendolo più limpido
» il vino rimanda al tema della lirica monodica del simposio; qui accostato alla saggezza perché
   è ragionevole per Orazio vivere le bellezze presenti, gustare ogni attimo che ci è dato
» spazio brevi può essere ablativo assoluto con sum sottinteso oppure ablativo di causa
-    Verso 7 » fugerit è futuro anteriore in corrispondenza del futuro semplice, ma qui con un presente per
                    sottolineare la fugacità del tempo “mentre parliamo il tempo sarà già passato”
-    Verso 8 » carpe e reseces sono termini agricoli che significano “cogliere i frutti” e “potare” » l’azione
                    del tagliare la speranza non è distruttrice ma creativa, gli alberi infatti si tagliano perché
                    possano fruttificare, così per questa situazione; carpe indica il raccogliere il frutto del lavoro
» incita a cogliere l’attimo per goderne pienamente, per far questo bisogna potare il troppo
» nella mentalità greco-romana era dominante l’idea di brevità del tempo, che comporta quindi
   l’unica azione possibile all’uomo: vivere bene il presente, impegnandosi in esso
» credula regge il dativo
-    Insegnamento » alla fugacità della vita, all’impossibilità per l’uomo di conoscere il futuro, corrisponde
   l’esortazione ad accettare il proprio destino per quello che sarà, e a godere il presente
   come se fosse ogni giorno fosse l’ultimo della nostra esistenza
» il concetto proveniva dalla dottrina di Epicuro
» linguaggio sobrio ed essenziale, tocca i moduli del linguaggio parlato

» utilizzo di immagini simboliche tratte dall’esperienza comune di ogni giorno

lunedì 28 ottobre 2013

EPODON, LIBER VII - Orazio - testo, traduzione, metrica, analisi

EPODON, LIBER VII

TESTO LATINO
TRADUZIONE

Quo, quò scelèsti ruìtis? Àut cur dèxteris
aptàntur ènses cònditi?
Parùmne càmpis àtque Nèptunò super
fus(um) èst Latìni sànguinis,
non ùt supèrbas ìnvidaè Carthàginis          5
Romànus àrces ùreret,
intàctus àut Britànnus ùt descènderet
sacrà catènatùs via,
sed ùt secùndum vòta Pàrthorùm sua
urb(s) haèc perìret dèxtera?                        10
Nequ(e) hìc lupìs mos nèc fuìt leònibus,
umquàm nis(i) ìn dispàr feris.
Furòrne caècus àn rapìt vis àcrior
an cùlpa? Rèsponsùm date.
Tacènt et àlbus òra pàllor ìnficit               15
mentèsque pèrculsaè stupent.
Sic èst: acèrba fàta Ròmanòs agunt
scelùsque fràternaè necis,
ut ìmmerèntis flùxit ìn terràm Remi
sacèr nepòtibùs cruor.                               20

Dove, dove scellerati vi precipitate? O perché si adattano
alle destre le spade riposte?
Non poco sangue latino è stato sparso
nelle pianure e sul mare,
non perché il romano bruciasse le rocche
superbe dell’ostile Cartagine,
o perché il Britannio indomato scendesse
incatenato per la via sacra,
ma perché, assecondando i desideri dei Parti,
questa città morisse di sua mano?
Né i lupi né i leoni ebbero mai questa abitudine
non feroci se non verso un’altra razza.
Vi trascina una ceca pazzia o una ferocia più accanita
o una colpa? Rispondete.
Tacciono e un bianco pallore ricopre i volti
e le menti colpite restano stupefatte.
È così: un destino acerbo conduce i romani
ed il delitto dell’assassinio del fratello,
quando il sangue dell’innocente Remo colò a terra maledetto per i nipoti.


-    Metro » sistema epodico, composto di trimetri e dimetri giambici alternati
-    Tema = perché il male? Da cosa si origina questo male che sta corrompendo Roma dall’interno?
-    Verso 1 » anafora dell’avverbio interrogativo di moto a luogo
» usa la II persona plurale perché si rivolge a tutti i romani
-    Verso 3 » parumne è un’anastrofe che mette in rilievo quanto sangue romano è stato versato inutilmente
   ed è riferito a sanguinis, che chiude il distico » posizione privilegiata per enfatizzare
» -ne enclitico introduce un’interrogativa, una domanda scandalizzata
» Neptuno è metonimia per mare, scelta per mostrare la propria cultura (è un accostamento colto)
-    Verso 4 » fusum est è in posizione chiave
-    Verso 5 » ut introduce delle subordinate finali » viene introdotto il tema della guerra trattato non nel
                    “come” ma nel “perché” e vengono esposti poi tre possibilità di guerra
1.      contro il nemico originale, leggendario » guerra giusta (Carthaginis)
2.      guerra di conquista (Britannus)
» la Britannia viene assoggettata solo dopo il 54 d.C. perché Cesare non l’aveva conquistata ancora
3.      guerra civile (Parthorum » facciamo un favore ai nostri nemici Parti, che ci vogliono morti)
» superba è attributo di arces » iperbato » dovrebbero essere i Cartaginesi ad essere superbi
-    Verso 9 » sua si riferisce a dextera, in questa posizione di rilievo per enfatizzare che sono gli stessi
                    romani a procurare la loro sventura e la loro disfatta
                » il corteo trionfale del generale vincitore partiva nei pressi dell’attuale Colosseo, attraversava la
                   Velia (altura tra l’Esquilino ed il Palatino), poi lungo il Foro fino ai piedi del Campidoglio
-    Verso 10 » sua dextera sono in posizioni rilevanti per sottolineare come Roma si sta distruggendo da sé
-    Verso 11 » lupis, leonibus: costruzione del dativo di possesso con verbo fuit
» dispar indica il diverso tipo, quindi la razza differente, in questo caso
» gli uomini sono più feroci delle bestie perché mentre i secondi combattono solo contro chi
   non è della loro specie, l’uomo combatte contro se stesso e in particolar modo i romani  
   contro di sé, quindi i romani sono ancora più bestie
» lupis è tra hic mos, come se a Orazio premesse mettere al più presto il nome delle bestie
-    Verso 12 » dà tre ipotesi per spiegare l’origine del male che corrompe Roma, cosa porta l’uomo a fare il
                      male (superamento della domanda che percorre i greci: il perché del male innocente)
1.      i romani sono offuscati da una cieca pazzia
» è il furor, ira in quanto pazzia che acceca la mente (nell’Eneide è riferito a Didone)
2.      i romani sono oppressi da una forza più accanita, cioè una potenza esterna all’uomo
» è la forza degli dei o del destino che l’uomo non può controllare
3.      colpa originaria che devono scontare, un peccato originale che lascia incapaci al bene
-    Verso 13 » rapit è al centro del verso, per metterlo in rilievo, ed è il verbo usato per i fiumi torrentizi,
                      lascia l’idea di incapacità di resistere ai tre elementi, i tre tentativi di risposta che si dà
                   » an introduce l’interrogativa disgiuntiva
-    Verso 14 » responsum è più solenne di respondo » scelta voluta per richiamare il responso dell’oracolo
-    Verso 15 » tacent è la risposta dei romani » passa dalla II plurale alla III plurale, più distaccata, si
                      rivolge ad un pubblico più ampio per dare spiegazioni: i romani sono inconsapevoli, non si  
                      erano posti il problema » non si risponde ad una domanda che non si pone
                   » inficit indica una corruzione (da questo deriva l’italiano infettare) » pallore sciupa i volti
-    Verso 16 » perculsae viene da percello “colpito, turbato, percosso”
-    Verso 17 » sic est è la risposta di Orazio al loro silenzio, e sceglie una tra le tre ipotesi
» acerba fata non indica il destino virgiliano ma la situazione creatasi con Romolo e Remo
» fatus è vox media, per stabilire se è negativo o positivo vedere aggettivo che lo accompagna,
   qui indica un destino segnato da un peccato originale » Roma nasce da un delitto fratricida
-    Verso 18 » necis: genitivo di specif. da nex, sostantivo di neco “morte provocata da un assassinio”
                   » è possibile che qui Orazio dia due delle tre ipotesi, oppure che il destino è definito dalla colpa
-    Verso 19 » inmerentis è l’innocente, immeritevole di qualcosa di negativo; è in posizione forte all’inizio
                      del verso, in rilievo perché la questione fondamentale è l’innocenza di Remo
                   » questa consapevolezza che Roma nasce da un omicidio è diffusa e non permette la pace
                      » fluxit è il verbo, in posizione privilegiata nel centro del verso
-    Verso 20 » sacer è vox media può essere “sacro” o “maledetto” perché indica ciò che è sottratto al
                     consenso umano e che appartiene all’arbitrio degli dei per diverso motivo e in diverso modo
                   » il sangue versato (cruor) appartiene agli dei che fanno ricadere la punizione della colpa 
                      sui discendenti (nepotibus) » profezia che Roma finirà per la colpa di un singolo uomo

CENABIS BENE MI FABULLE - Catullo - testo, traduzione, metrica, analisi


BIZZARRO INVITO A CENA (XIII)

TESTO LATINO

TRADUZIONE
Cènabìs bene, mì Fabùll(e), apùd me
pàucis, sì tibi dì favènt, dièbus,
sì tec(um) àttulerìs bon(am) àtque màgnam
cènam, nòn sine càndidà puèlla
èt vin(o) èt sal(e) et òmnibùs cachìnnis.         5
Hc si, inqu(am), attulerìs, venùste nòster,
cènabìs bene; nàm tuì Catùlli
plènus sàcculus èst aràneàrum.
Sèd contr(a) àccipiès meròs amòres,
sèu quid sùavi(us) èlegàntiùsv(e) est:            10
n(am) ùnguentùm dabo, qd meaè puèllae
dònarùnt Venerès Cupìdinèsque;
quòd tu c(um) òlfaciès, deòs rogàbis
tòt(um) ut tè faciànt, Fabùlle, nàsum.
cenerai bene a casa mia, o mio Fabullo,
fra pochi giorni, se gli dei ti favoriscono,
se porterai con te una cena buona e grande,
non senza una bella ragazza
e vino e sale e tutte le spiritosaggini.
Se porterai queste cose, dico, carino mio,
cenerai bene; infatti il portafoglio
del tuo Catullo è pieno di ragnatele.
Ma al contrario riceverai sinceri amori,
o qualunque cosa ci sia di più elegante e di più piacevole;
infatti ti darò un profumo che alla mia ragazza
regalatono Veneri e Amori,
e quando tu ne sentirai l’odore, pregherai gli dei
o Fabullo, che ti trasformino tutto in naso.
-    Metro » endecasillabi faleci
-    È una delle poesie scherzose e giocose sparse nel libellus, ha la forma di una lettera poetica oraziana
-    Invita l’amico Fabullo a cena da lui, ma in realtà non gli offre niente » situazione comica
-    Verso 1 » è la tipica forma di invito in cui si indicato quando, dove (determinazione indefinita di tempo)
                 » apud me si può tradurre “a casa mia” perché indica il luogo, non la persona
-    Verso 2 » si tibi di favent è un intercalare proprio del gergo popolare, una forma scaramantica
-    Verso 4 » cenam subisce un enjambement
» candida puella, si può ricondurre allo pseudonimo di Clodia, Leuconoe (dal greco leukòs
   “candida, chiara, integra” + vùs “mente”) » è dalla tradizione arcaica greca che all’immagine
   del candore, della pelle bianca è accostata l’idea di bellezza (il bello è il diverso)
-    Verso 6 » venus è la bellezza, la grazia, l’eleganza
 » noster è un pluralis maiestatis
-    Verso 10 » suavius termine che nell’epicureismo, diffuso a Roma in quel periodo, indica il piacere
                   » nella mentalità dominante era “di moda” essere epicurei, faceva fine
                   » nella dottrina epicurei sta il termine più importante era l’aggettivo ἐδύς che in latino diventa
                      suavis, e il sostantivo ἐδονή che in latino diventa voluptas
-    Verso 12 » donarunt è sincope di donabarunt
-    Verso 13 » rogo regge la completiva iussiva introdotta da ut

-    Verso 14 » i due futuri semplici indicano l’immediata successione di due fatti (non appena senti, preghi)

ODI ET AMO - Catullo - testo, traduzione, metrica, analisi

ODI ET AMO (LXXXV)

TESTO LATINO

TRADUZIONE
Od(i) et amò. Quar(e) ìd faciàm, fortàsse requìris. Nèscio, sèd fierì sènti(o) et èxcruciòr.
Odio e amo. Forse chiedi perché io faccia ciò.
Ma non so cosa succede, e mi cruccio.

-    Metro » distico elegiaco
-    Verso 1 » odi è un perfetto logico (verbo che è al perfetto indicativo ma si traduce al presente)
 » contrapposizione odi / amo, faciam / fieri, nescio / sentio, tre coppie di verbi
 » faciam è l’azione volontaria, fieri è ciò che accade all’infuori della previsione umana
 » fonetica: guardando le vocali accentate sono o + o + i + a + a + i
 » allitterazione di faciam e fortasse » la prima parte del verso, che non presenta strutture
    elaborate, risalta, acquisisce importanza e rilievo (esprimono il dualismo interno a Catullo)
 » quare id (legati nella lettura metrica) è quasi anagramma di requiris » richiamo forte, chiasmo
-    Verso 2 » nescio indica la comprensione razionale, che viene rifiutata, sentio è l’accorgersi del
                    sentimento » le due parole sono legate anche da un richiamo fonico (i suoni si assomigliano)
 » fonetica: le vocali accentate sono e + e + i + e + e + o » rottura schema (ci aspetteremmo una i
    non una o) sulla parola principale, excrucior, che esprime tutto il dramma dell’autore
 » excrucior è una parola disarmonica, sgradevole per i suoni aspri e duri; deriva da crux infatti
    letteralmente significa “sono posto in croce”, supplizio infamante riservato agli schiavi

-    Questo componimento è l’emblema della poesia breve e perfettamente curata nella forma

AMARE E BENE VELLE - Catullo - testo, traduzione, metrica, analisi

AMARE E BENE VELLE (LXXII)

TESTO LATINO

TRADUZIONE
Dìcebàs quondàm solùm te nòsse Catùllum,
Lèsbia, nèc prae mè vèlle tenère Iovèm.
Dìlexi tùm te nòn tantùm ut vùlgus amìcam,
sèd pater ùt gnatòs dìligit èt generòs.
Nùnc te cògnovì: quar(e) èts(i) impènsius ùror,
mùlto mi tàmen ès vìlior èt leviòr.
Quì potis èst ? inquìs. Quod àrnantèm iniùria tàlis
cògit amàre magìs, sèd bene vèlle minùs. 
Dicevi un tempo di avere rapporti solo con Catullo,
o Lesbia, e di non voler abbracciare Giove al mio posto.
Allora ho avuto affetto per te non solo come il popolo per l’amico,
ma come un padre prova affetto per i figli e i generi.
Ora ti ho conosciuto, perciò anche se brucio più fortemente,
tuttavia sei per me di molto minor valore e di molta minor importanza.
Come è possibile? Dici perché un tale tradimento costringe un amante ad amare di più, ma voler bene di meno

-    Lessico amoroso
-    Metro » distici elegiaci
-    Verso 1 » nosse si riferisce al rapporto sessuale, l’amore carnale; da noscere deriva anche conoscere, si
                    noti infatti che nella Bibbia “conoscere” indicava un rapporto sessuale
                 » dicebas, dilexi, cognovi: i versi 1,3,5 sono giocati sul tempo che passa da un passato in cui
   Lesbia amava esclusivamente lui, ad un presente che smentisce l’esperienza avuta
» dicebas e dilexit sono legati da un’allitterazione, rotta da cognovi
» quondam indica parole di Lesbia, tum indica l’esito delle sue parole, nunc: ora parla Catullo
-    Verso 2 » Iovem è il seduttore per eccellenza del mito e della letteratura » promessa iperbolica
-    Verso 3 » diligo è un affetto tenero, che caratterizza i rapporti familiari o d’amicizia
» amicam è un eufemismo erotico con sfumatura spregiativa (amica al posto di amante)
-    Verso 4 » gnatos è forma arcaica per natos
-    Verso 5 » impensius, comparativo: indica che l’esito di cognovi è una diminuzione di stima non d’amore
» uror è metafora tradizionale che indica la passione amorosa che arde nel cuore
-    Verso 6 » vilior indica qualcosa di poco valore monetario; levior » superficialità, leggerezza, fragilità
-    Vero 7 » qui sta per quomodo, è un pronome interrogativo » immagina che Lesbia glielo domandi
                   » iniuria ingiustizia derivata dal tradimento di un diritto, di un patto legale/ufficiale; in tutti i  
                      componimenti possiamo vedere come Catullo concepisce il rapporto amoroso come un foedus
                      infatti l’etimologia della parola è in privativo + ius “legge, diritto”

-    Verso 8 » contrapposizione tra amare e bene velle attraverso l’uso di magis e minus