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domenica 10 febbraio 2013

DE BELLO CIVILI - Libro 1 - Capitolo 1


DE BELLO CIVILI
Libro I – Capitolo I
LATINO

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Litteris [a Fabio] C. Caesaris consulibus redditis aegre ab his impetratum est summa tribunorum plebis contentione, ut in senatu recitarentur; ut vero ex litteris ad senatum referretur, impetrari non potuit. Referunt consules de re publica [in civitate]. [Incitat] L. Lentulus consul senatu rei publicae se non defuturum pollicetur, si audacter ac fortiter sententias dicere velint; sin Caesarem respiciant atque eius gratiam sequantur, ut superioribus fecerint temporibus, se sibi consilium capturum neque senatus auctoritati obtemperaturum; habere se quoque ad Caesaris gratiam atque amicitiam receptum.
In eandem sententiam loquitur Scipio: Pompeio esse in animo rei publicae non deesse, si senatus sequatur; si cunctetur atque agat lenius, nequiquam eius auxilium, si postea velit, senatum imploraturum.

TRADUZIONE

Dopo che da Fabio fu consegnata la lettera dei consoli a Cesare, a stento si ottenne da essi (= i consoli) che venisse data pubblica lettura in senato, per le vive insistenze dei tribuni della plebe; ma non poté ottenere che si aprisse una discussione in senato per la lettera. I consoli discutono riguardo la situazione politica in città. Il console Lucio Lentulo dichiara che non verrà a meno al senato e al governo, se vorranno esprimere il loro parere con coraggio e decisione; se invece avevano riguardi per Cesare e vogliano ottenere il suo favore, come hanno fatto nei tempi precedenti, egli prenderà una decisione per se stesso e non darà ascolto all'autorità del senato; anche lui ha modo di ottenere il favore e l’amicizia di Cesare. Allo stesso modo parla Scipione: che Pompeo aveva in animo di non venire meno al governo, se il senato lo appoggia; se il senato temporeggia e agisce troppo lentamente, inutilmente avrebbe implorato il suo aiuto, se in futuro lo volesse.

ANALISI

-          Temi » Cesare rifiuta l’introduzione, fa immedesimare il lettore direttamente nel cuore della storia
                » la scena si apre con la drammatica seduta al senato del 1 gennaio del 49 a.C.
                » sottolinea come i tribuni della plebe (= rappresentati diretti del popolo) siano stati messi a
                   tacere (insinua celatamente che i pompeiani non permettono la libertà degli individui)
                » non inserisce considerazioni personali su fatti, uomini, vita » assoluta obbiettività
-          Lingua » lessico insiste su espressioni forti e decise (es: audacter ac fortiter)
                   » sottolinea anche espressioni ambigue riferite alla saldezza falsa dei consoli (gratia, amicitia)
                   » sintassi ricca di periodi ipotetici disposti a chiasmo per accrescere la contrapposizione delle
                      due possibilità proposte che si possono realizzare
                   » questi elementi indicano l’intento di Lentulo di intimorire il senato, spingerlo alla volontà
                      di Pompeo con scelte obbligate ed inderogabili (= a cui non si può venir meno)
-          Stile » deforma nel discorso di Lentulo l’oratio obliqua ma mantiene la precisione e la chiarezza
               » Lentulo viene caratterizzato da un discorso povero di argomentazioni, troppo generiche
               » l’efficacia del risultato non sta in quello che dice, ma in come lo dice
               » viene introdotta la figura del secondo protagonista (Pompeo) con l’espediente di Scipione
               » anche il discorso di Scipione è ambiguo (ricorda la promessa di Pompeo nei confronti del
                  bene della patria) ed insinua la minaccia di abbandonare gli ottimati se non si alleano a lui
-          Note al testo
1 » litteris…redditis » ablativo assoluto
                                 » Plutarco ci dice che in quella lettera Cesare si dichiarava disposto a congedare
                                    l’esercito e a presentarsi a Roma come privato cittadino, se Pompeo faceva altrettanto
   » consules » Lucio Cornelio Lentulo e Quinto Metello Scipione, entrati in carica proprio quel giorno
   » Fabio è un tenente di Cesare, ma la lettera in realtà fu consegnata da Curione
   » tribuni » Marco Antonio e Quinto Cassio Longino (sostenitori di Cesare » capo del partito dei populares)
   » recitare » verbo tecnico (è la lettura pubblica di un documento)
   » ut » i tre ut introducono qui delle completive volitive
   » ad…referretur » solo i magistrati potevano aprire delle discussioni in senato (linguaggio tecnico politico)
2 » non defuturum » infinitiva con sottinteso esse
   » pollicetur » introduce un discorso indiretto
   » si…velint » protasi di u periodo ipotetico della realtà (apodosi » rei…pollicetur)
3 » respicere » letteralmente è “guardare indietro”, qui è “avere riguardo” (deriva da qui l’italiano “rispetto”)
   » eius gratiam » Lentulo teme che i senatori tentino di ingraziarsi Cesare
4 » in…sententiam » segue un’oratio obliqua (= testo immaginato come subordinato ad un verbo non scritto)
                               » si sottintende un verbum dicendi
   » Scipio » era suocero di Pompeo, che aveva sposato la figlia Cornelia dopo la morte della moglie Giulia
                 » alla morte di Pompeo fu nominato comandante dal suo esercito
                 » si suicidò nel 46 a.C. dopo la battaglia di Tapso
                 » esprime la posizione di Pompeo (se il senato lo appoggia vuole compiere la sua promessa)
                 » se invece il senato agirà con poca forza non potrà contare sul suo aiuto
                 » Pompeo chiede quindi al senato di pronunciarsi apertamente contro Cesare e di agire

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