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domenica 7 dicembre 2014

SCHELLING - idealismo tedesco - filosofia

SCHELLING

VITA (1775-1854)

A 16 anni entra nel seminario teologico di Tubinga, dove diventa amico di Hegel
A Lipsia ascoltò le lezioni di Fichte, che lo affascinano subito » in un primo momento ne è seguace
Fu nominato coadiutore di Fichte e poi, quando il primo viene licenziato, Schelling prende il suo posto
Ruppe l’amicizia con Hegel, da cui viene attaccato nella prefazione alla Fenomenologia dello spirito (1807)

LA CRITICA A FICHTE

Modella la filosofia di Fichte indirizzandola verso il suo interesse maggiore = quello naturalistico-estetico
» afferma che la natura non può essere ridotta, come ha fatto Fichte, ad un semplice non-io
» riprende quindi dal filosofo che maggiormente aveva trattato della natura = Spinoza

Unisce l’io di Fichte all’io di Spinoza » la Sostanza di Spinoza è il principio dell’infinità oggettiva
                                                             » l’Io di Fichte è il principio della dell’infinità soggettiva
» Assoluto = principio primo = unione di queste due infinità
                  » non riducibile né al soggetto né all’oggetto, ma è fondamento di entrambi
                  » è unità e identità indifferenziata di entrambi, è sia soggetto che oggetto, sia spirito sia natura
                  » natura = oggetto inconsapevole; io = soggetto consapevole
                  » quindi l’Assoluto è insieme attività inconsapevole e attività razionale » quindi io e natura sono
                     la stessa cosa che opera diversamente, con due diverse facce
» Spinoza aveva finito per ridurre il soggetto a puro nulla, Fichte invece aveva ridotto la natura a puro nulla
» infatti » una pura attività soggettiva (l’Io) non può spiegare la nascita del mondo naturale
             » un principio puramente oggettivo (Sostanza) non può spiegare l’origine dell’io

Le direzioni della filosofia di Schelling sono le due vie per arrivare all’Assoluto:
1.      filosofia della natura » parte dalla natura per arrivare allo spirito (dall’inconsapevolezza alla
                                            consapevolezza) » mostra come la natura sia spirito visibile
                                                                       » mostra come la natura è io concretizzato e inconsapevole
2.      filosofia dello spirito » parte dallo spirito per arrivare alla natura (dalla consapevolezza
                                            all’inconsapevolezza) » mostra come lo spirito sia natura invisibile
                                                                                » mostra come lo spirito sia natura ideale e cosciente

FILOSOFIA DELLA NATURA

Fonti » Critica del Giudizio di Kant (finalità degli organismi viventi)
          » scienza dell’epoca (chimica, studi sull’elettricità e sul magnetismo)
          » cultura filosofica del passato (pensiero greco, cristiano, naturalismo rinascimentale, Spinoza, Leibniz)

Quali sono stati i modelli esplicativi della natura? Rifiuto del meccanicismo e del finalismo tradizionali:
1.      modello meccanicistico-scientifico
» riduce la natura a materia ma è in difficoltà a spiegarne tutti gli aspetti più vitali, gli organismi viventi
2.      modello finalistico-teologico
» spiega la natura ricorrendo alla causa esterna di un intelletto divino che agisce sul mondo e lo ordina
   dall’esterno » ma così compromette l’autonomia dei processi naturali

Proposta di Schelling (la “terza via”) = organicismo finalistico e immanentistico
» organicismo = ogni parte ha senso solo in relazione al tutto e alle altre parti
» l’universo non si riduce a una “miracolosa collisione di atomi”, ma manifesta una finalità superiore
» questa finalità non deriva però da un intervento esterno, ma è interna alla natura
» propone l’Assoluto, che tiene insieme entrambe le concezioni
» la natura è un organismo che organizza se stesso

La natura come entità spirituale inconscia:
» se la finalità è interna alla natura stessa, essa aderisce ad un progetto, ad un programma inconsciamente
» nella natura deve quindi esistere uno spirito immanente che organizzi la natura
» questo spirito organizzatore viene chiamato (rifacendosi agli antichi) “anima del mondo”
» essendo uno spirito, presenta tutti gli attributi che Fichte aveva dato all’Io, perché anche la natura allora diventa un’attività spontanea e creatrice che si esplica in una serie infinita di creature

Come la natura passa a spirito?
» come l’Io fichtiano per esistere deve dializzare se stesso, ponendo un non-io, in Io infinito e finito, così la
   natura di Schelling si realizza tramite l’opposizione dialettica di attrazione e repulsione
» ogni fenomeno è l’effetto di una forza
» ogni forza per essere tale deve essere limitata, condizionata dall’azione di una forza opposta
» quindi » ogni fenomeno naturale è prodotto da un’azione e da una reazione
              » la natura agisce una lotta di forze opposte

La natura è un progressivo emergere dello spirito, in una progressiva smaterializzazione della materia:
» la natura ha tre manifestazioni universali nelle quali si concretizza la polarità di attrazione-repulsione
1.      magnetismo » la corrispondente proprietà nel mondo organico è la sensibilità
2.      elettricità » la corrispondente proprietà nel mondo organico è l’irritabilità
3.      chimismo » la corrispondente proprietà nel mondo organico è la riproduzione
NB: questi sono i tre grandi ambiti della scienza del tempo di Schelling » molto influenzato da essa
» alle tre manifestazioni della natura corrispondono le tre fasi di sviluppo dell’universo (le tre “potenze”)
1.      mondo inorganico
2.      luce
3.      mondo organico
NB: questa distinzione è operata sia in ordine logico sia in ordine cronologico
» queste fasi mostrano come la natura sia un’Odissea dello spirito = una progressiva presa di coscienza

L’IDEALISMO TRASCENDENTALE = filosofia dello spirito

Mostra il progressivo farsi natura dello spirito, il progressivo farsi oggetto del soggetto
» mostra che lo spirito p una natura invisibile
» se prima risale dalla materia alla forma, chiarendo come le leggi dell’oggetto sono le stesse del soggetto,
   ora discende dalla forma alla materia chiarendo come le leggi del soggetto sono le stesse dell’oggetto
» parte dall’idealismo per arrivare al realismo = deduzione dell’oggetto dal soggetto

Nell’autocoscienza esistono due attività:
1.      attività reale = l’Io nel suo libero e infinito porsi, incontra il limite, risultando così limitabile
2.      attività ideale = l’Io nel suo libero e infinito porsi, procede oltre ogni limite, risultando illimitabile
NB: le due attività si implicano a vicenda perché l’Io può configurarsi come illimitabile solo in quanto limitabile e viceversa » l’io presenta la struttura dialettica interna già descritta da Fichte
                                   » il limite è necessario altrimenti non si concepirebbe come autocoscienza

Il soggetto prende progressivamente consapevolezza di sé in tre “epoche” o fasi di sviluppo dell’Io
1.      prima epoca: dalla sensazione all’intuizione produttiva
» dall’io che sente, percepisce passivamente un dato che lo limita all’io che si percepisce come senziente
   e quindi andando a riequilibrare la passività con l’attività
2.      seconda epoca: dall’intuizione produttiva alla riflessione
» da un io che, pur intuendo se stessi, rimane ancora immerso negli oggetti ad un Io che, riflettendo su se
   stesso, si eleva all’intelligenza di sé
3.      terza epoca: dalla riflessione alla volontà
» nella terza epoca il processo iniziato nella seconda raggiunge il suo culmine: l’Io si coglie come volontà e spontaneità, come intelligenza che si autodetermina nell’astrazione con gli oggetti

Perché l’oggetto, il limite, non appare fin dall’inizio, nella sensazione, una produzione del soggetto? Perché la mentalità comune crede che gli oggetti provengono da una dimensione estranea all’Io, cioè dalla cosa in sé?
» se il soggetto producesse consapevolmente i propri oggetti, non potrebbe pensarle come delle cose in sé
» invece accade così perché l’Io genera l’oggetto tramite la cosiddetta “produzione inconscia”
» quindi la filosofia assume un ruolo importante, quello di presa di coscienza di quel produrre inconscio
   dello spirito attraverso il percorso dell’idealismo trascendentale
» se non percepissi le cose come altro da me, non percepirei la differenza tra ciò che immagino e ciò
» scopo della filosofia = progressiva presa di coscienza dello spirito, anamnesi dell’Io
                                     » ricostruzione di come l’io diventa oggetto

LA TEORIA DELL’ARTE

Problema di partenza = nella filosofia teoretica, spirito e natura, nonostante la loro corrispondenza, si configurano come due poli distinti, separati dalla divaricazione originaria tra soggetto e oggetto
» l’armonia e unità tra spirito e natura rimane postulata e non concretizzata
» la storia » rimanda al futuro l’armonia tra i due poli

Arte = ambito in cui queste due attività, spirito e natura, sono unite in modo esemplare
» è l’attività in cui si armonizzano completamente spirito e natura, consapevolezza e inconsapevolezza
» nella creazione estetica l’artista è preda di una forza inconsapevole che lo ispira e lo entusiasma
» quindi » l’opera d’arte si presenta come sintesi di un momento inconscio o spontaneo (l’ispirazione) e di un
   momento conscio e meditato (l’esecuzione)
» visione romantica del genio = concretizza la propria vocazione creativa in forme finite che però hanno
   infiniti significati che lo stesso artista non comprende pienamente » dice dell’animo infinito del genio


Dice del peso che l’arte ha nel Romanticismo » l’arte assume valore di presupposto filosofico

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