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martedì 20 gennaio 2015

LA MORTE DI MARAT - Jacques-Louis David

La morte di Marat (1793)
-    Storia: ci sono due versioni dello stesso dipinto, che diventò la tela simbolo della rivoluzione francese. In pieno periodo del terrore il cordigliere Marat fu assassinato dalla girondina Charlotte Corday mentre si trovava nella vasca da bagno a scrivere (soffriva di una fastidiosa malattia della pelle).
-    Soggetto: David rappresenta Marat a delitto commesso ma non ancora scoperto da terzi. Tra i protagonisti della rivoluzione francese era considerato dai rivoluzionari giacobini uno dei più puri, con un’aurea quasi sacrale. Il suo assassinio suscitò profonda emozione. Anche David doveva provare sincera ammirazione per lui, come mostra la dedicaA Marat, David” alla base dell’austera cassa di legno, un omaggio esplicito per lui. La scena è immediatamente chiara, perché nella sua essenzialità descrive l’accaduto con pochi elementi (il coltello nell’angolo a sinistra, le lettere, la vasca).
-    Impostazione della scena: tutta la scena “pesa” in basso, è concentrata nella parte bassa del dipinto (suggerito dall’abbandonarsi a terra del corpo e dallo spazio riempito di oggetti, tra cui la spoglia cassa usata da scrittoio, segno di una povertà simbolica e ideologica). Lascia così, volutamente, un ampio spazio vuoto nella parte alta del dipinto, come per permettere un momento di silenzio e di riflessione. Le linee compositive sono solamente o verticali (cassa di legno, pieghe del lenzuolo, braccio destro di Marat e penna che tiene in mano) oppure orizzontali (vasca da bagno, braccio sinistro di Marat, foglio scritto che tiene in mano, e infine la testa che segue questa linea) che rimandano all’idea di terra e di sepolcro.
-    Particolarità: fatichiamo a riconoscere la vasca tale, così ricoperta di lenzuoli scelti volutamente bianchi per ricordare un sudario. Il sudario, la ferita al costato, il volto disteso quasi in un sorriso, l’esplicita citazione del braccio abbandonato dalle forze vitali, già visto nella Deposizione di Caravaggio dicono dell’accostamento che David fa tra la figura di Marat e quella di Cristo nella storia dell’iconografia. Proprio per questa citazione si può parlare di “pietà laica”. Marat diventa così martire della rivoluzione, quasi santificato dal sacrificio.

-    Luce: oltre ad una fonte luminosa naturale che arriva dal lato sinistro e che illumina il cadavere di Marat, David sceglie di aggiungere anche un’altra luce, innaturale, che proviene dall’angolo opposto (quello in alto a destra) e che si diffonde per il buio vuoto che domina la parte superiore della tesa, come fosse luce scesa dal cielo per santificare il martire.

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