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sabato 27 agosto 2016

ELIO PAGLIERANI, II, 1 - La ragazza Carla: analisi


Elio Pagliarani, II, 1 (da La ragazza Carla, 1966)



Condivide presupposti con Porta anche se le risposte a questi principi comuni ispiratori sono diversi

  • La ragazza Carla:

Non è il suo primo libro, ma una delle sue opere più importanti, è la prima di due grandi progetti compositivi a cui lavora nella sua vita (La ragazza Carla, La ballata di Lundi), tentativi di vero e proprio romanzo in versi

→ li definisce lui stessi romanzi in versi, idea di romanzo anomala, eccentrica

→ ne La ragazza Carla c'è già più l'idea di un impianto narrativo più evidente, l'altro molto meno

È un poemetto (ma c'è oscillazione delle etichette con cui viene identificato) → ha al centro una vera e propria trama narrativa: racconta delle vicende di Carla Dondi, ragazza che abita nella periferia di Milano, inizia a frequenta le scuole di stenodattilografia, viene assunta come impiegata in una ditta commerciale che ha sede nel centro di Milano, e questa assunzione rappresenta il vero e proprio ingresso, la piena presa di contatto da parte di Carla con la dimensione della modernità, il mondo del lavoro, i valori che fondano la nuova società capitalistica degli anni '60: lavoro e denaro. In questa azienda subisce da parte del viscido e ambiguo principale, il proprietario dell'azienda, una serie di molestie sessuali, e qui si gioca il vero momento cruciale del testo:  sconvolta torna a casa dalla madre a cui confessa tutto, ma proprio la madre le consiglierà di superare questo episodio, di far finta di niente, di chiedere scusa al principale alla moglie del principale e di riprendere il suo posto nell'azienda e quindi nella società. Principio di realismo, di subordinazione delle istanze morali a istanze economiche che segna definitivo ingresso di Carla nel mondo adulto

impianto ideologico che sta dietro a questa struttura rappresentativa è critico rispetto alle logiche di

     comportamento della società → sceglie questa storia facendone un mito moderno che certifica percorso di

     iniziazione di una giovane ragazza all'interno della società capitalista



Scelta formale:

Poemetto articolato in tre grandi parti → questa è la sequenza iniziale della seconda parte, in cui Carla entra in contatto con mondo dell'azienda presso cui viene assunta



  • Situazione enunciativa:

 Testo narrativo romanzesco non lirico → al di fuori della tradizione lirica italiana

→ voce narrante principale eterodiegetica

→ non un unico io lirico ma una voce che rappresenta la vicenda di un sistema di personaggi

→ ma nel testo che leggiamo la prospettiva di Pagliarani è anche relativizzare, assumere un atteggiamento

     critico dialogico anche rispetto alle logiche della narrazione classica e romanzesca: tira le fila del racconto, ci

    orienta ci conduce in questo mondo, fa interferire la logica diegetica del romanzo con un principio di

    ispirazione spiccatamente cinematografica di montaggio che agisce un po' su tutti livelli, enunciativo e

    rappresentativo

Tecnica narrativa ambigua: difficile distinguere sempre dove inizia o finisce la voce del narratore (vedi vv1-3)

Però non è un narratore oggettivo: esprime comunque un suo punto di vista

→ tecnica di montaggio non è una scelta che si traduce in un lasciar parlare la realtà da sola

→ versi 26-28: la voce narrante emerge nel modo più tradizionale, nel modo del narratore ottocentesco

     manzoniano che interviene e commenta addirittura → esprime un giudizio sul personaggio, così cerca di

     orientare o condizionare anche nostro giudizio

Tecnica narrativa estremamente complessa, anche principio di montaggio si declina in modalità molto diverse nel primo blocchetto, autore narratore regista più che restituirci una vera sequenza di dialogo ci restituisce dettagli, frammenti, ritagli. Ci riporta ritagli di un dialogo, di una serie di battute, tutta la sintassi è interrotta, anche leggendolo si ha questo effetto di montaggio, c'è un principio di campionamento con la logica musicale, come se l'autore il regista registrasse una serie di campioni di discorso e li montasse poi all'interno del testo. Poi in atri casi gli atti discorsivi riprodotti in modo più organico

C'è un sistema di voci con una certa oscillazione:

  • Versi 1-3 → narratore eterodiegetico

→ completa assenza di verbi, narratore particolare

→ ambigui: è la voce del narratore? È la riproduzione di un linguaggio burocratico, con quella tipica

     iperformalità di cattiva qualità, molto distante dalla realtà, sono forme fisse iterative che si trovano nei

     documenti → mimesi di ciò che si trova su un documento

→ forse c'è qualcuno che accoglie Carla il primo giorno e raccoglie i suoi dati

→ ricordiamo che è un testo che viene dopo tutta la prima parte: Carla ci è già stata presentata, non ha

     senso dal punto di vista del narratore una presentazione di questo tipo

all'ombra del Duomo: introduce uno scarto stilistico → non è linguaggio burocratico, ma potrebbe

     essere il narratore esterno che inquadra la scena → è un'indicazione spaziale molto evocativa come

     indicazione: all'ombra del simbolo della città più identitario della capitale economica d'Italia

  • Versi 4-15 → voci di personaggi di ufficio

→ ci riporta un ritaglio di discorso senza segni diacritici e senza introdurre il personaggio che sta parlando

→ ripropone ciò che Carla si sente rivolgere

  • Verso 16 → non è una frase pronunciata da una voce, ma sono insegne su porte d'ufficio

→ forte elemento di discontinuità, c'è anche un corpo tipografico diverso (tutto in maiuscolo)

→ qui Pagliarani mima, restituisce l'effetto di una serie di scritte che Carla vede

→ poi abbiamo uno dei salti più forti all'interno di questo testo: prima siamo al primo giorno di lavoro di

     Carla, all'interno degli uffici, poi c'è un forte cambiamento di situazione anche se siamo all'interno di

     una stessa strofa → poi ci ritroviamo a casa di Carla

  • Versi 17-19 → voce della mamma di Carla

→ siamo prima del momento più drammatico, ma già da qui è una frase terribile, ci restituisce immagine

     icastica dei sistemi di valori che governano mondo di Carla e a cui Carla deve adeguarsi: adesso che

     lavori hai veramente diritto di mangiare, prima mangiavi per generosa concessione

→ frase che da un lato si dà paradossalmente con un moto di preoccupazione genitoriale: la mamma si sta

     preoccupando per figlia, pronuncia battuta come manifestazione di affetto, ma in questo gesto esprime

     un sistema di valori che anche attraverso queste battute marginali collaterali passa tuttavia nella

     mente, nella coscienza di Carla

  • Versi 20-28 → ritorna la voce narrante esterna

→ le prime sequenze sono più descrittive: è una descrizione esterna ma dimostra capacità di intrusione

     molto intima del narratore nel personaggio → capisce cosa passa nella mente di Carla

→ può leggere i suoi desideri più profondi: ha una voglia di piangere e di compartirsi

ma senza fantasia/come può immaginare di commuoversi? → il finale ci presenta di nuovo uno stacco

     (anche grafico con il verso a gradino), è il moneto di massima esposizione della voce narrante, regista

     del testo, colui che media nostro accesso al mondo narrato ma anche colui che per primo lo giudica

→ non è un caso isolato nel testo: interviene a intervalli più o meno regolari

  • Aspetto stilistico e linguistico:

Il testo è abbastanza continuo ma impaginazione del testo è molto frastagliata

→ graficamente e visivamente è diviso, scandito in blocchetti → primo indizio di tratto strutturale che il testo

     monta una serie di sequenze verbali pronunciate da voci diverse che anche se non sono segnalati con segni

     diacritici

→ questa scansione segue la divisione delle voci narranti

  • Metrica:

La categoria di strofa non ha più senso

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