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domenica 29 aprile 2012

ENEIDE - compito



LIBRO I
“Narrami, o Musa, dell’eroe multiforme, che tanto
Vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia:
di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri,
per molti dolori patì sul mare dell’animo suo,
per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni.
Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo:
con la loro empietà si perdettero,
stolti, che mangiarono i buoi del Sole
Iperone: ad essi egli tolse il dì del ritorno.
Racconta qualcosa anche a noi, o dea figlia di Zeus.”

·        Fai la parafrasi puntuale, spiega e commenta questo passo dell’Odissea inserendolo nel contesto della storia narrata.
·        Quali caratteristiche del protagonista del poema vengono messe in risalto? Individua nel testo le parole chiave che fanno riferimento ad Ulisse, quindi tracciane un breve ritratto.

PARAFRASI DEL PROEMIO

O dea ispirami del racconto dell’eroe dai molti espedienti che, dopo aver distrutto la città di Troia viaggiò per lungo tempo. Per salvare se stesso e i suoi compagni patì molti dolori nel suo cuore sul mare vide molte città e conobbe l’animo di numerosi uomini, ma, pur volendo, non li salvò neanche così: si persero con la loro stupidità, sciocchi, mangiarono i buoi del dio Imperiose che tolse ad essi la vita.
O dea figlia di Zeus, racconta qualcosa anche a noi.

COMMENTO
In questo passo, cioè il proemio dell’Odissea, Omero riassume tutta la vicenda grazie ad alcune parole chiave. Ci dice che l’Odissea narra di un eroe molto furbo (Ulisse) che, dopo aver distrutto Troia, compie il viaggio di ritorno assieme ai suoi compagni i quali vennero uccisi anche se Ulisse cerca di salvarli in ogni modo, attraverso varie peripezie.
Le parole chiave sono :
EROE, è l’uomo più completo sia nel cuore che nella ragione. Tutta l’Odissea è strutturata intorno a questa parola perché è un poema che parla di un uomo, a differenza dell’Iliade che parla dell’ira di un uomo.
MULTIFORME, vuol dire dai molti espedienti; è la descrizione di Ulisse: un uomo furbo, ingegnoso, che ragiona e conosce l’animo umano.
VAGO’, è l’azione principale svolta nell’Odissea: il libro racconta di un uomo che viaggia per tornare a casa, e nel suo viaggio si scontra con varie peripezie.
DOLORI, è ciò che ha subito il protagonista per salvarsi e per salvare i compagni. Soffrì dolore per esempio quando fu costretto a restare sette anni dalla dea Calipso ( da caluptonascondere : la nasconditrice ) quando voleva essere a casa da sua moglie.
L’intero viaggio è un dolore, perché il “viaggio di ritorno” viene chiamato anche NOSTOI da cui deriva la parola NOSTALGIA, cioè qualcosa che ti manca, che c’è ma che deve tornare.
MARE, è l’ambientazione principale dell’Odissea.
L’Odissea è diversa dall’Iliade anche per l’ambientazione: l’Iliade si svolge tutta sul campo di battaglia sempre con gli stessi personaggi e tutta risonante di guerre, mentre l’Odissea ha una varietà di luoghi, personaggi e fatti. Si può dire che è il primo romanzo d’avventura della storia europea perché è presente un protagonista (Ulisse), compagni di viaggio, in questo caso degli antagonisti (Poseidone e varie peripezie) tra cui il mare, ora amico e ora nemico, uno scopo (tornare a casa) e una vasta ambientazione.
Si può quindi dire che Ulisse è un uomo forte fisicamente perché partecipò ad una guerra e ne uscì vivo; ingegnoso, furbo perché abbattè Troia con l’ingegno e si salvò dal viaggio di ritorno grazie ad esso; è un buon interlocutore perché attraverso il CAPTATIO BENEVOLENTIAE riesce a conquistare Nausicaa ( prima le fa i complimenti, poi le fa provare compassione e infine le chiede aiuto) quando sbarca sull’isola dei Feaci reduce di una tempesta scatenata da Poseidone.
Infine ha un  grande cuore , perché si commuove davanti ad Alcinoo (padre di Nausicaa) quando dall’altro sente la storia della caduta di Troia, e quando risiedeva da Calipso pensava a sua moglie soffrendo moltissimo.
C’è un’altra cosa che distingue i due poemi: nell’Iliade era presente la civiltà della vergogna, cioè il centro della situazione erano le capacità dell’uomo e quindi essere un vero uomo significava essere bello, forte e saper fare tante cose; nel momento in cu l’eroe  non riusciva a fare qualcosa e distinguersi dal gruppo, provava vergogna.
Nell’Odissea è presente la civiltà della colpa, il cui centro è l’essere dell’uomo. Stabilito un comportamento l’uomo deve rispettarlo, altrimenti si sente in colpa.
Infine, la struttura dell’Iliade è la fabula, ovvero gli avvenimenti nel romanzo sono narrati cronologicamente.
Nell’Odissea, invece, è presente l’intreccio, ovvero: la narrazione degli avvenimenti non è narrata cronologicamente, ma nel libro è presente un flash back. Se l’Odissea venisse narrata cronologicamente sarebbe così :

FABULA:
1.     Ulisse parte per Itaca
2.     Avventure e peripezie
3.     Trattenuto da Calipso
4.     Gli dei decidono di farlo partire al 7°anno
5.     Ulisse parte
6.     Arriva sull’Isola dei Feaci
7.     Arriva ad Itaca, sconfigge i Proci e si rivela a Penelope.

Mentre in realtà è così :
3.     Trattenuto da Calipso
4.     Gli dei decidono di farlo ripartire al 7° anno
5.     Ulisse parte
6.     Arriva sull’isola dei Feaci inizia a raccontare ad Alcinoo la sua storia
               FLASH BACK
1.      Ulisse parte per Itaca
2.      Avventure e peripezie
3.      Arriva ad Itaca, sconfigge i Proci e si rivela a Penelope.

Questo passo dell’Odissea mi è piaciuto particolarmente proprio perché parla dell’uomo vero, dell’uomo che ha un cuore che è riempito dall’amore di persone, che ha un cervello, una ragione che utilizza, che ha un’anima, una coscienza. Questo dovrebbe essere il modello dell’uomo, anche al giorno d’oggi, pur sapendo purtroppo che non è così.
      

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