Pagine

domenica 3 febbraio 2013

PLATONE - La concezione dell'uomo


LA CONCEZIONE DELL’UOMO
-          Anima e corpo » sono contrapposti tra di loro, come suggerisce l’influsso religioso dell’Orfismo
                                      » il corpo è materia, corruttibile, negativo; l’anima è più vicina alle Idee, quindi
                                         positiva, più perfetta, nobile, la vera natura dell’uomo (ha stessa materia delle idee)
                                      » il corpo è tomba, luogo di espiazione, carcere dell’anima, che se ne serve come uno
                                         strumento (riprende in questo concetto Socrate) e a cui dà vita e capacità
                                       » la vita del corpo è mortificazione dell’anima, cioè nostra morte (perché noi
                                         siamo principalmente anima), la morte del corpo è la vera vita, così l’anima è libera
                                       » corpo è radice di ogni male, fonte di tutti gli istinti che mortificano l’anima
                                       » corpo = ente sensibile; anima = ente intellegibile (concezione dualistica dell’uomo)
-          Fuga dal corpo » l’anima deve cercare di fuggire il più possibile dal corpo anche nella vita sensibile
                                » il vero filosofo desidera la morte, la vera filosofia è “esercizio di morte
                                » la morte del corpo non danneggia l’anima ma le dà beneficio, dandole la vera vita
                                » paradosso: si può dire anche il contrario, il filosofo è colui che desidera la vera vita,
                                   a filosofia è “esercizio di vera vita” nella dimensione spirituale
                               » fuga del corpo è il ritrovamento dello spirito (questa concezione c’è nel Fedone)
                               » lo scopo della vita è quindi prepararsi alla morte (ha significato positivo), chi vive
                                  male non vorrebbe morire perché troppo attaccato alle cose materiali e false
                               » la vita assume aspetto positivo di utilità (non vivo bene = non contemplerò le idee)
                               » la felicità però non è in vita, perché è conoscenza e si acquista contemplando le idee
                               » la natura dell’uomo spinge verso l’Iperuranio, per cui ci dobbiamo preparare
-          Fuga dal mondo » (concezione presente nel Teeteto) fuggire dal mondo significa essere virtuosi e
                                     cercare di assomigliare a dio (= spogliarsi della materia che è male)
                                  » il male non può perire perché deve esserci qualcosa di opposto al Bene, non sta
                                     fra gli dei, essendo perfetti, il male risiede sulla terra, intorno alla natura mortale
                                 » assomigliare a dio: acquistare giustizia, sapienza e santità nei limiti umani
-          Purificazione dell’anima
       » ribadisce il concetto di Socrate: la cura dell’anima è il supremo compito morale dell’uomo,
          precisando che la cura sta nella sua purificazione (= andare oltre la materia = conversione)
       » quando l’anima, trascendente dei sensi, si impossessa del mondo intellegibile congiungendosi ad
           esso come a ciò che le è connaturale (l’anima torna nel posto per cui è fatta, di cui è fatta)
       » è il processo di elevazione alla suprema conoscenza intellegibile, non è contemplazione astatica,
          ma duro sforzo di ricerca e progressiva conoscenza razionale
       » la purificazione passa attraverso il processo di conoscenza delle Idee, questa è la virtù umana
       » la conoscenza passa attraverso la dialettica, che è la liberazione dal sensibile, dal materiale
       » la conversione è dal divenire sensibile, all’essere intellegibile (tutti hanno questo concetto)
-          Immortalità dell’anima
       » è necessario, per i concetti prima esplicitati da Platone, che l’anima sia immortale
       » questo indica il paradosso che vige dentro all’uomo, scomposto in un dualismo: l’immortalità
          dell’anima che desidera cose immortali che non sono sulla terra, la corporeità che fa cadere l’uomo,
          lo attacca a ciò che non è puro e vero. L’uomo è fatto per l’infinito ma vive nel finito.
       » è necessario affermare che l’anima non è totalmente diversa dalle idee, altrimenti non potrebbe
          conoscerle e ricordarle in vita. L’anima è infatti simile nella sua natura immortale
       » le anime sono state generate dal Demiurgo, hanno quindi inizio ma non hanno fine
       » tutto ciò che crea il Demiurgo è immortale (la kòra infatti viene da lui plasmata, non creata)
       » Fedone » l’anima è capace di conosce la realtà tutta, ma per poter coglierle, deve essere immortale
                       » non riuscirebbe a conoscere le verità immutabili ed eterne quali sono le idee, se non                    
                          fosse costituita in maniera affine ad esse, che sono eterne (simile conosce simile)
                      » quindi l’anima è immutabile ed eterna, come le Idee
       » Timeo » le anime sono state generate dal Demiurgo con la stessa sostanza con cui è fatta l’anima
                         del mondo (composta di essenza, identità, diversità)
                      » le anime nascono ma non periscono mai (come tutte le cose prodotte dal Demiurgo)
                      » l’anima è la parte intellegibile, incorruttibile, positiva dell’uomo
-          Metempsicosi  (ripresa della cultura orfica)
       » è quella dottrina che afferma la trasmigrazione dell’anima in differenti forme di vita al morire del
          corpo (visione ciclica della realtà per cui l’anima immortale si reincarna continuamente)
       » il tenore di vita morale con si vive influisce nel tipo die incarnazione successiva
       » Fedone » le anime che hanno vissuto eccessivamente attaccate alle cose materiali, agli istinti del
                          corpo, non riescono a separarsi completamente dalla materia, una volta morto il corpo
                       » queste vagano per un certo tempo attorno ai sepolcri per paura dell’Ade, fino a che non
                          si legano a nuovi corpi (anche di animali) a seconda della bassezza del tenore di vita
                       » anime che hanno vissuto secondo una virtù comune (non filosofica) si reincarnano o in
                          animali mansueti o ancora in uomini probi (= onesti, retti per la propria natura)
                       » anime che hanno filosofato hanno aderito alla propria natura; conoscendo se stesse
                          vengono esaltate fino al cielo dove scelgono il prossimo corpo in cui incarnarsi
                       » paradosso: le anime più infime, restando legate al corporeo, pesanti dei vizi a cui si sono
                          legate, non possono elevarsi e contemplare le idee, quindi non potrebbero neanche
                          ricordarle (non si potrebbe più risalire da questa posizione)
                       » nell’antichità c’era la concezione che un uomo, una volta compiuto il male, lo avrebbe la
                          fatto per sempre, ne sarebbe stato completamente definito, da qui la “condanna eterna”
       » Repubblica » le anime sono in numero limitato perché se nell’aldilà avessero un premio/castigo 
                                eterni, non ne rimarrebbero più nel mondo sensibile » premio/castigo sono limitati
                             » la vita terrena dura al massimo 100 anni, vita ultraterrena dura 10 volte 100, quindi
                                1000 anni (per chi ha commesso crimini gravissimi dura anche più) » riprende la
                                mistica pitagorica del numero 10 » dopo questo tempo le anime devono reincarnarsi

Nessun commento:

Posta un commento