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venerdì 26 aprile 2013

ALTARE DI PERGAMO - storia dell'arte


ALTARE DI PERGAMO (concluso nel 159 a.C.)

-          Evoluzione e nuova attenzione alla città
» 69-68 a.C. le città si arricchiscono di edifici di natura pubblica e di strutture scenografiche
» la struttura della città costruita secondo piani ortogonali rimane (Mileto era stata la prima)
» dalla costruzione delle due vie principali si costruivano strade minori parallele e perpendicolari
» gli assi ortogonali confluiscono in piazze spettacolari abbellite con fontane e sculture
» prima l’agorà era una semplice piazza, ora, con la costruzione di edifici dove si decide la natura
   politica della città, diventa un luogo pubblico di riunione del popolo e di impronta sociale
» vengono costruite nuove cinte murarie, piazze e terrazze sostenute da un basamento
» nel periodo ellenistico si moltiplicano i luoghi sacri ma diventano meno pubblici perché riservati
   all’aristocrazia ristretta scelta dal sovrano » cuore della città diventa l’agorà, non il tempio
» cittadino perde il contatto con ciò che costituiva la sua identità, i templi si moltiplicano e si perde
   l’unicità nell’adorazione del dio » cambia la religiosità
-          Struttura
» antistante alla piazza ci sono degli edifici collegati al tempio di Atena con una terrazza
» al centro della terrazza c’è l’altare di Pergamo: grande basamento quadrangolare posato su cinque
   gradini, sui quali si pone un grosso zoccolo percorso da un lungo fregio
» sopra lo zoccolo c’è l’area dell’altare circondato da un porticato colonnato ionico chiuso su tre lati
» quarto lato è aperto e funge da porta d’accesso nell’area davvero sacra dove ci sono anche le statue
» il lato d’accesso è possibile attraverso la scalinata inserita tra due avancorpi
» è un monumentale altare dedicato a Zeus Soteèr e Atena Poliàs, eretto dal re Eumene II
» è una struttura scenografica e celebrativa della dinastia di Pergamo (valore propagandistico)



-          Fregio (raffigurazione si appoggia alla biblioteca di Pergamo: Cratere di Mallos è autore-riferimento)
» sui lati esterni del podio corre per 120 metri, interrotto solo sul lato frontale dalla scalinata un
   fregio che rappresenta la lotta tra dei e giganti (gigantomachia), scolpito ad altissimo rilievo
» non è sopra le colonne: si accorcia la distanza tra opera ed osservatore, che si sente più coinvolto
» annientamento dei giganti per aver osato sfidare gli dei dell’Olimpo
» le figure si intrecciano tra di loro per sovrapposizione di piani, ammassamento dei corpi
» la lotta cosmica si svolge attraverso singole monomachie con uguale numero di dei e di giganti
» la lotta nel complesso è catturata in un momento singolo ma frammentata in piccoli combattimenti
» entrambi sono completamente umani, i giganti si distinguono perché nudi e circondati da serpi
» l’umano è posto in primo piano attraverso i gesti e le espressioni che rompono il solito equilibrio
» i giganti sono umani ma con connotati mostruosi, animaleschi, sono forze caotiche, primordiali
» intento: raffigurare un movimento drammatico, teso, sottolineato dall’imponenza delle masse, dal
   chiaroscuro, dall’espressività accentuata del volto (occhi scavati), dalla tensione muscolare
» non c’è la preoccupazione della perfezione e dell’ordine: le figure fuoriescono anche dalla cornice
» rappresentazione dell’ordine contro il disordine o della lotta dell’uomo contro il disordine interno




-          Fregio del recinto interno
» dimensioni minori rispetto alla gigantomachia a basso rilievo
» c’è incisa la storia di Telefo, figlio di Eracle e di Auge, mitico fondatore di Pergamo
» narrazione continua, attenzione ai contrasti del chiaroscuro, psicologia del carattere dei personaggi
» introduzione dell’elemento paesaggistico

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