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domenica 17 novembre 2013

L'ORAZIONE NEL V SECOLO - greco

L’ORATORIA DEL V SECOLO

LE ORIGINI

-          Storia » 490- 489 a.C. prima guerra persiana
 » 480- 479 a.C. seconda guerra persiana
 » 431- 404 a.C. guerra del Peloponneso
 » 371 a.C. battaglia di Leuttra (passaggio dall’egemonia spartana a quella tebana)
-          Λέγειν » era il “parlare”, in cui i Greci vedono sintetizzati i più grandi valori del vivere (confronto,
                     sfida, esibizione, vittoria leale, capacità di emergere grazie alla propria bravura)
» era una disciplina della mente
» collante sociale » implica una collettività divisa nelle idee, ma unita in principi comuni
» già nell’Iliade c’era l’idea che l’uomo compiuto doveva essere abile nell’agire e nel parlare
» veicolo di elaborazione e di diffusione delle idee » acquista rilievo nelle società dinamiche
   dove le decisioni vengono prese nell’assemblea, davanti a tutti (il più abile trionfa)
» nasce l’idea che per persuadere gli altri non bastano talento naturale ed istinto, ma
   occorrono regole precise di trattazione teorica
» Atene » diventa una democrazia stabile, marcata da caratteristiche introdotte dall’idea di
   uguaglianza (ἰσεγορία “diritto di parlare in pubblico” » da ἰσ “uguaglianza” + ἀγορά »
   ἀγορεύω “parlare in pubblico”)
-          Orazione = discorso giudiziario ma che rientra nella retorica politica
» ci sono due occasioni in cui si può pronunciare un’orazione
1.      attività dei processi
2.      attività politica
» a diverse occasioni corrispondono tre generi diversi (divisi da Aristotele)
» vengono aperte scuole di oratoria dedite all’insegnamento di ciascun genere specifico
1.      genere politico o deliberativo
» appartiene all’attività politica che veniva tenuta nelle assemblee
» vertevano su questioni politiche, militari, amministrative, sui comportamenti della città
» qualunque cittadino maschio poteva fare proposte politiche (a differenza di Roma, in cui solo
   i magistrati avevano questo potere, e del giorni d’oggi) » c’è una sollecitazione a
   prender parte della vita pubblica, che non è solo un permesso generico, ma consigliato
» davanti ad un’assemblea si deve mantenere un comportamento decoroso, sicuro, non
   spaventarsi della folla né distrarsi perdendo il filo del discorso, parlare con voce forte, decisa
2.      genere epidittico o dimostrativo
» i lògoi epidittici erano tenuti in occasione delle feste e ricorrenze
» erano aperti, cioè rivolti a tutta la comunità, o, idealmente, a tutta la nazione greca
» è il genere paragonabile all’odierna conferenza per cui non c’era la tensione all’accontentare 
   tutti, come nelle assemblee, per non creare disordini » si poteva fare un discorso più lineare
» l’oratore sollecitava approvazione o biasimo per eventi storici, personaggi, luoghi comuni…
» le argomentazioni potevano spaziare toccando il mito, la teoretica, l’attualità, il paradosso
» non sono sempre destinati alla recitazione, ma vengono usati anche come esercizi preparatori
   per i generi più rilevanti dell’oratoria politica e giudiziaria                   
» in età classica aveva meno peso, nel tempo, soprattutto coi latini, prevarrà sugli altri generi
3.      genere giudiziario
» nell’Atene del V sec, e nella Grecia in generale, non esistevano magistrati, ma i reati di
   qualunque genere, civili o penali o contro la pòlis , venivano giudicati dai privati
» solamente i delitti di sangue venivano trattati da un tribunale specifico, l’Areopago
» Eliea = tribunale popolare di cui erano abilitati a far parte, a turno, seimila cittadini al di
   sopra dei sessant’anni, i cui membri si distribuivano in dieci corti, le cui attività erano
   remunerate con un gettone di presenza (poteva capitare chi conosceva le leggi e chi no)
-          processo » il dibattito durava al massimo un giorno
» accusatore ed accusato avevano il diritto di tenere un discorso di circa mezz’ora
» a cui entrambi potevano aggiungere una breve replica
» ascoltati, i giudici non si riunivano per discutere ma passavano direttamente alla
   sentenza usando come tessere di voto delle placche di metallo
» se il verdetto era di condanna, dopo si passava a stabilire l’entità della pena
» un accusatore che non avesse ricevuto almeno 1/5 dei voti veniva multato
» serviva come freno al fomentare una pubblica litigiosità, inconsistente e presuntuosa, già
   fertile per la grande presenza di sofisti, di gran numero in quel periodo
-          logografi » non esisteva al tempo la figura dell’avvocato perché era impensabile che uno non si
                         difenda e non accusi da sé, che sia rappresentato da un altro (differenza tra Roma e oggi)
» questo voleva evitare che i ricchi fossero avvantaggiati perché potevano permettersi di
   comprare l’avvocato più abile, aumentando le possibilità di vincere il processo
» in ogni caso il ricco poteva permettersi di andare a scuola di retorica, oppure poteva
   pagare un logografo che gli scrivesse un discorso (va però contro la stessa ἰσεγορία, che 
   durante il periodo ellenistico verrà meno completamente)
» = scrittori di discorsi politici e giudiziari (etimologia λόγος + γράφο “scrittore di prosa”)
» la parola indica sia gli storici che precedono Erodoto, sia gli scrittori di discorsi
» non è un mestiere segreto o proibito, bensì pregevole e saputo, perché sfruttato da tutti
» lo scopo del loro discorso è la vittoria del processo o attirare il consenso della folla
   politica » necessaria conoscenza dei fatti, della storia, delle leggi, del processo
» deve conoscere il suo cliente, istruirlo, insegnargli a parlare, memorizzare il discorso,
   scandire con voce decisa, gesticolare, fare le pause adeguate e le espressioni giuste
» deve adattare il discorso all’indole del cliente, così che non gli metta in bocca parole
   inadeguate a lui, e che il discorso possa essere percepito come spontaneo, improvvisato,
   non estraneo a sé: solo così può essere credibile perché sentito come generato dal cuore
» per fare questo c’è bisogno di una vasta conoscenza di linguaggio e di stile
» deve adattare il discorso alla situazione con l’intento di attirate il favore della giuria
   facendo leva sui sentimenti e sull’immedesimazione attraverso l’accentuazione di
   particolari aspetti del carattere del cliente in una ricreazione di un personaggio
» la maggior parte delle volte la giuria era composta da gente del popolo, che non
   conosceva le leggi e che giudicava secondo corrispondenza, sentimento, logica semplice
» si evitano quindi tecnicismi per il livello culturale medio-basso della giuria mentre si
   prediligono luoghi comuni, argomentazioni superficiali ma di effetto
» sono due gli elementi ricercati » ἀφέλεια (afèleia “semplicità”), è lo stile semplice
                                                    » χάρις (chàris “grazia”) è lo stile che attrae, che convince
                                                       attraverso la bellezza delle parole senza annoiare
-          etopea » adattamento dell’orazione al cliente, capacità di ricreazione di un carattere per persuadere
-          canone » Cecilio di Calate (città siciliana che significa “bella spiaggia”), autore che vive in età
                      augustea, elenca in un canone i 10 oratori attici dal V al VI sec modello degli altri
» ci sono pervenuti solo questi dieci autori, forse perché si è deciso di trascrivere solo loro
» in ordine cronologico sono questi:
1.      Antifonte
2.      Andocide
3.      Lisia
4.      Isocrate
5.      Iseo
6.      Licurgo
7.      Demostene
8.      Eschine
9.      Iperide
10.  Dinarco
-          Trasmissione dei testi
» diretta = trasmissione avvenuta per trascrizioni successive nei secoli grazie ai copisti
» indiretta = trasmissione avvenuta per citazioni inserite in altri testi di altri autori
-          Strumenti scrittori
» inizialmente era il papiro, di derivazione egizia
» in età ellenistica nascono rivalità tra Regno di Pergamo ed Egitto, quest’ultimo chiude
   l’esportazione di papiro » Pergamo inventa un nuovo materiale, la pergamena
» pergamena = foglio ricavato dalla pelle conciata delle pecore
                      » più resistente, cancellabile, ma costava molto di più per l’elaborazione maggiore
-          Forma dei testi (appartengono alla sola trascrizione diretta)
» ostraco (dal greco òstracon “coccio, frammento”) » è il materiale più antico
» le massaie greche tenevano i pezzi dei vasi che gli schiavi rompevano occasionalmente, e venivano
   usati per fare i conti, per votare nelle assemblee, per scrivere il nome di chi si voleva mandare in
   esilio per motivi educativi, per far esercitare i bambini alla scrittura (alcuni contengono testi
   letterali trascritti come esercizi scolastici; ci è arrivata solo in questo modo una poesia di Saffo)
» rotolo fino al I secolo d.C., poi nasce il codice (da codex latino, che significava “tronco, ceppo”
   indica l’insieme delle leggi che venivano scritte su tavolette, il cui insieme sembrava un ceppo)
» il codice è l’equivalente del libro, più pratico e maggiormente maneggevole (il papiro bisognava

   srotolarlo e riarrotolarlo, inoltre un unico testo doveva essere suddiviso in più papiri, qui no)

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